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L'umano, immagine filiale di Dio
Christof Betschart

L'umano, immagine filiale di Dio

Un’antropologia teologica in dialogo con l’esegesi

Prezzo di copertina: Euro 53,00 Prezzo scontato: Euro 50,35
Collana: Biblioteca di teologia contemporanea 213
ISBN: 978-88-399-3613-4
Formato: 15,7 x 23 cm
Pagine: 400
Titolo originale: L‘humain, image filiale de Dieu. Une anthropologie théologique en dialogue avec l’exégèse
© 2022

In breve

Cosa significa essere a immagine di Dio? Quali incalcolabili conseguenze ha questa affermazione in tutti i settori e le esperienze della vita umana? L’ipotesi su cui lavorare è che non ci sia vera alterità se non di fronte a questa verità.

Descrizione

L’uomo e la donna, secondo la Genesi, sono stati creati «a immagine di Dio». Nonostante la sua apparente semplicità, questa affermazione è tra le più discusse e ambigue della tradizione ebraico-cristiana. Cosa può significare quell’affermazione per degli esseri finiti, limitati e spesso traviati quali noi siamo? Quali incalcolabili conseguenze comporta quella affermazione in tutti i settori e le esperienze della vita umana?
Christof Betschart colma una lacuna nella teologia, basandosi su uno studio approfondito dei testi biblici. In linea con l’interpretazione cristologica dell’immagine di Dio, che trova in Cristo sia il prototipo che il modello compiuto di tutti gli esseri umani, egli si interroga sulla nozione di filiazione divina. L’immagine di Dio è in definitiva una immagine filiale, segnata dal sigillo della filiazione divina.
Tale tesi viene sviluppata sia per rendere più concreto il concetto di immagine creata e ricreata, sia per rivisitare alcune grandi questioni dell’antropologia teologica postconciliare, come il nesso fra natura e grazia, la mediazione cristologica dell’antropologia (e viceversa) o il binomio “essere” e “relazione”.
Ne esce un’analisi illuminante del genere umano in relazione all’immagine divina, un’opera che si palesa pagina dopo pagina come una guida rivelatrice.

Recensioni

Il teologo svizzero Christof Betschart, sottoponendo l’asserzione della Genesi riguardo all'uomo «creato a immagine di Dio» (1,27) e i suoi corollari biblici a un'analisi serrata, appoggiandosi all'apporto della dottrina del Concilio Vaticano II e di un grande teologo come Henri de Lubac, propone una lettura cristologica del tema. Per induzione, dalla figura umana di Cristo, il Figlio, si ascende al Padre, riconoscendo che l'uomo e la donna partecipano di quella filiazione. Sono, quindi, epifania del divino che è rispecchiato in essi, perché ne sono appunto l'«immagine» vivente.


G. Ravasi, in Il Sole 24 Ore 27 novembre 2022