È mancato nel 2019 Denis Edwards, teologo australiano, poco noto ai lettori italiani, ma di grande rilievo nel mondo anglofono. A lui si devono testi importanti, tesi a ripensare la fede cristiana – dalla cristologia alla pneumatologia – in un contesto attento alla sfida ecologica e alle dinamiche evolutive.
Il riferimento al pensiero di Karl Rahner si salda in lui con una profonda conoscenza della tradizione cristiana, che trova espressione in riletture attente e puntuali di alcuni classici, cogliendone le potenzialità per le sfide della contemporaneità.
Merita grande attenzione, dunque, la pubblicazione da parte di Queriniana della sua ultima opera, la prima disponibile in italiano dopo L'ecologia al centro della fede. Il cambiamento del cuore che conduce a un nuovo modo di vivere sulla terra, agile volumetto edito nel 2008 dalle Edizioni Messaggero Padova.
L’espressione «incarnazione profonda», che dà il titolo al volume, non è una creazione di Edwards, essendo stata introdotta nel dibattito teologico nel 2001 dal teologo luterano Niels Gregersen (che di questo testo firma peraltro la Prefazione).Quello che offre al lettore Edward è, dunque, una sua ripresa, un suo approfondimento, una riflessione anche critica su di essa, nel confronto col pensiero di autori come Ireneo di Lione, Atanasio di Alessandria e il già citato Karl Rahner. È anche l'occasione per cogliere alcune differenze di prospettiva – che in nessun modo si fanno però contrapposizione – tra un autore che attinge ampiamente al pensiero di Lutero e uno legato al mondo cattolico.
Potrebbe apparire una lettura per specialisti, ma la grande efficacia comunicativa di Edwards introduce, in realtà, il lettore in un orizzonte ricco di fascino e anche di pathos, in cui il passato e il presente teologico sono convocati in una ricerca assai stimolante.
L’intento di Gregersen, pienamente condiviso da Edwards, era quello di ampliare l'orizzonte di una comprensione teologica del mondo creato. A questo scopo – al di là del riferimento ormai diffuso alla teologia della creazione – egli si poneva l'obiettivo di ridare centralità a una dimensione cristologica troppo facilmente dimenticata, nella quale è l'incarnazione a essere colta nel suo rapporto col cosmo. Facile richiamare testi biblici come il Prologo di Giovanni o l'inno della lettera ai Colossesi; meno banale ritrovarne il senso nel tempo della modernità, quando l'indagine scientifica del mondo ha dispiegato orizzonti ben distanti da quelli in cui tali testi furono scritti. Gregersen accentua, quindi, l'incarnazione come evento in cui il Verbo di Dio entra in contatto e assume l'intera realtà del mondo della vita, con le dinamiche di evoluzione, di vita e di morte che lo caratterizzano. La croce diviene, allora, cifra della condivisione da parte del Verbo di una sofferenza che attraversa tutto il creato, in una rilettura del grande testo paolino di Rom 8,19-23 nei termini di una teologia della croce su scala cosmica. La declinazione dell'amore divino per ogni creatura assume così un'intensità tutta particolare, carica anche di risonanze di tipo etico.
Una prospettiva ricca di suggestione, dunque, che il testo di Edwards amplia e approfondisce in dialogo con altri autori, che su questo tema hanno offerto prospettive significative: i tre "classici" precedentemente citati vengono così a illuminare la spazio di riflessione in cui operano ecoteologi contemporanei come Elizabeth Johnson, Celia Deane-Drummond, Christopher Soutgate e Richard Bauckham. In tali passaggi Edwards individua anche alcuni nodi in cui il progetto teologico di Gregersen è suscettibile di ampliamento e di miglior messa a punto: il ruolo dello Spirito nell'incarnazione (profonda) del Verbo; una maggior accentazione della relazionalità ecologica nella sua comprensione; una lettura più equilibrata del rapporto tra Dio e le creature sofferenti; una miglior articolazione del rapporto tra croce e risurrezione nel pensare il presente e il futuro del cosmo, dispiegando orizzonti di speranza.
Tali guadagni concettuali permettono a Edwards di indicare nell'idea di «incarnazione profonda» un tema prezioso per la lettura dell'Enciclica Laudato si' di papa Francesco che – senza sottovalutarne, certo, la chiamata a una pratica di cura della casa comune – prenda pure le mosse da essa per una meditata riflessione teologica. Se diversi autori hanno guardato in tale direzione attingendo a Francesco d'Assisi – ampiamente citato del resto nell'Enciclica stessa – merito di Edwards è quello di attingere in modo più ampio alla tradizione cristiana, scoprendo nella ricerca di generazioni a noi distanti, spunti significativi per interrogativi che agitano il presente.
Una lettura utile, dunque, per chi voglia iniziare a esplorare il dialogo tra le molte voci che nel mondo anglofono articolano una teologia di ispirazione ecologica, ma anche per incontrare una voce davvero singolare e potente al suo interno.
S. Morandini, in
CredereOggi 3/2024, 185-187