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Il Dio indomito
Johannes Hartl

Il Dio indomito

Uscire dalle nostre false certezze

Prezzo di copertina: Euro 28,00 Prezzo scontato: Euro 26,60
Collana: Spiritualità 219
ISBN: 978-88-399-3819-0
Formato: 13,2 x 19,3 cm
Pagine: 272
Titolo originale: Gott ungezähmt. Raus aus der spirituellen Komfortzone
© 2023

In breve

Prefazione di Hermann Gletter

«Esistono dei libri che funzionano come defibrillatori. Quello di Hartl è uno di questi. Come il dispositivo medico salvavita, trasmette scosse elettriche mirate. Cristallino sul piano biblico, è capace di turbare e rivitalizzare» (Hermann Gletter).

Una teologia senza fronzoli, una vera provocazione.

Descrizione

L’esigenza di spiritualità nel mondo occidentale è più forte che mai. Allo stesso tempo le chiese perdono membri e importanza. La nostra cultura sembra dunque in preda a una profonda crisi di fede. Perché? Perché troppo spesso ci si accontenta di risposte superficiali e concezioni di Dio approssimative.
Eppure il Dio della Bibbia non è soltanto un simpatico bonaccione e men che meno irrilevante e comodo. Dio commuove e scuote allo stesso tempo. È un Dio che provoca meraviglia. Una meraviglia che molti hanno smarrito.
Johannes Hartl spiega come ritrovare la meraviglia. Il suo messaggio è: dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort spirituale, per ritrovare una fede piena e appagante. Il suo libro è un rifiuto del cristianesimo “effetto benessere”. Lo dichiara in modo netto: se vogliamo prendere sul serio la nostra fede dobbiamo prendere sul serio Dio. Anche se questo Dio indomito a volte diventa scomodo.

Recensioni

Appassionato comunicatore, teologo e filosofo cattolico tedesco, è l'autore di questo saggio che contesta quei discorsi su Dio che tendono a «renderlo innocuo», puntando su «i nostri desideri profondi, le nostre esigenze spirituali e le nostre aspettative». La modernità ha visto imporsi una ragione di tipo strumentale, capace di dare tante spiegazioni, ma incapace di fornire un senso. Così, i grandi interrogativi dell'esistenza spesso vengono evitati: il dolore, la morte, l'eternità e il giudizio finale.

L'unico precetto della morale pare essere quello della tolleranza, in quanto ogni limitazione di libertà è un male. In definitiva, tutto tende a concentrarsi sull'ego. Al contrario, le Scritture invitano al «timore del Signore», che è riconoscere la nostra creaturalità, la nostra limitatezza di fronte alla grandezza di Dio. Questo è necessario nella relazione con lui: una spiritualità a buon mercato rischia di banalizzare Dio, perdendo non solo in verità, ma soprattutto in bellezza, perché l'ego da solo non desta meraviglia.

Come comunicare Dio? Spesso, si fatica a trovare il modo di parlare di Dio e ci si serve di un sapere che è soprattutto cerebrale, dimenticando forse che la conoscenza (come insegna la Bibbia) coinvolge la totalità della persona. L'autore riscopre alcuni aggettivi che qualificano Dio, legati alla rivelazione biblica, a come Dio si è manifestato nella storia: egli è unico, santo, eterno, onnipotente, giudice; termini che vanno ben compresi, nel loro senso autentico.

Nell'esperienza di fede la sfida principale rimane quella di sgombrare il cuore dagli idoli: chiedono sacrifici promettendo una sazietà che non daranno mai. La preghiera, a tale scopo, ha un ruolo essenziale, come adorazione che mette al centro Dio e non i nostri bisogni.


M. Patassini, in Messaggero di Sant’Antonio 9/2024, 69