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Genesi
David W. Cotter

Genesi

Prezzo di copertina: Euro 45,00 Prezzo scontato: Euro 42,75
Collana: Commentari biblici
ISBN: 978-88-399-1137-7
Formato: 15,7 x 23 cm
Pagine: 424
Titolo originale: Genesis
© 2020

In breve

Edizione italiana a cura di Flavio Dalla Vecchia

«Ho lavorato a questo libro per una decina d’anni. Spero che, leggendolo, gli specialisti possano trarne qualche modesto vantaggio e i non specialisti si sentano stimolati ad approfondire ulteriormente la conoscenza del testo biblico» David W. Cotter.

Descrizione

Ben costruito secondo le più recenti teorie sulla narratività, il commento di David Cotter rompe le simmetrie, mette in moto nozioni fisse da tempo, semplicemente aiutando a cambiare il punto di vista. Come? Per esempio raccontando ciò che si vede dalla prospettiva in cui ci si trova; seguendo il principio secondo cui quel che conta è in ciò che non viene detto; leggendo con occhi diversi le miniature letterarie che la Bibbia ci presenta. Attentissimo alle ripetizioni (là dove un tema viene ripreso) e alla caratterizzazione dei personaggi, Cotter ci mette così di fronte a una lettura cinematografica della Genesi. Dove le scene non sono pannelli statici, ma sequenze in movimento. E dove l’agente principale è Dio.
Sì, nel libro della Genesi Dio è sempre salvatore: salva la creazione dalla sterilità dell’insensatezza e chiama l’umanità a condividere la stessa sfida. Sceglie una famiglia – tribolata, lacerata da gelosie, non immune da conflitti – e la benedice, perché sia essa stessa mediatrice di quella benedizione per il mondo. Generazione dopo generazione, quella famiglia imperfetta non risulta mai completamente trasformata, eppure è amata nonostante il suo claudicare.
Questo libro biblico allora stuzzica – senza appagarlo – l’appetito di un surplus di vita, di salvezza, di senso, in mezzo al caos apparente. È il desiderio di un mondo, ancora fuori dal nostro campo visivo, sostanziato di quella stessa bontà di cui una volta godevamo, ma che ci rifiutammo di amare.

Recensioni

Terminata la lettura di questo commentario, ho avuto l'impressione di aver ascoltato dal vivo la voce stessa dell'A. Di solito gli esegeti mantengono una certa distanza professionale dai testi su cui lavorano, accostandosi a essi come uno studioso dei classici si accosterebbe ai testi greci e romani o un archeologo ai cocci di un vaso in frantumi. Un tale legittimo modo di accostare il testo si scontra con il desiderio di essere trasformati che attira la maggior parte della gente alla Bibbia. Con un tale desiderio di trasformazione e sicuro di poterla trovare, l’esegeta statunitense David W. Cotter, direttore della collana di commentari biblici «Berit Olam», fa ricorsoalle sue competenze linguistiche, storiche ed ermeneutiche nello studio del testo della Genesi, tenendo presente di essere un prete cattolico e da tempo un monaco benedettino.

A proposito dell'uso del metodo storico critico, che è prevalso tra gli esegeti, l'A. ricorda che si tratta di un metodo considerato indispensabile dalla Pontificia Commissione biblica nel 1993, la quale però sottolinea che l'essenziale per questo metodo è l'applicazione del testo alla situazione contemporanea. Come Cotter legge il testo? «Quando osservo il libro della Genesi, non vi vedo né documenti né indizi storici. Vedo un racconto. E in quel racconto ci sono personaggi che agiscono e sono messi in scena, che crescono, cambiano e si sviluppano». L’A., cioè, legge l'intero libro della Genesi come una narrazione applicando gli strumenti dell'analisi narrativa al libro nel suo insieme. Questa mi sembra l'originalità di tale commentario.

L’A. cerca una lettura "responsabile" del testo, intendendo con ciò un'interpretazione che sia responsabile nei confronti sia del testo sia della comunità di lettori che è la chiesa. L’interesse di Cotter si rivolge al testo canonico e ai dettagli dell'arte letteraria in esso presenti piu che alla storia dello sviluppo del testo. Egli si considera uno spettatore e un partner in una conversazione. Il suo compito come esegeta è quello di dire ai suoi lettori che cosa vede dal luogo in cui egli si trova. Non gli interessa tanto descrivere oggettivamente un momento preciso del passato, ma spiegare perché il presente dello scrittore (e del lettore) sta così com'è. La narrazione biblica si può meglio comprendere come una narrazione storicizzata (i racconti che troviamo nei libri storici della Bibbia possono essere finzione con la pretesa di essere storia, oppure storia con rivestimento narrativo). Queste narrazioni rappresentano il mondo dell'esperienza oppure illustrano il mondo delle idee. I personaggi sono caratterizzati tramite il nome, oppure mediante descrizione, mediante monologo interiore o per contrasto.

Dopo l'introduzione, Cotter passa al commento vero e proprio. Divide il libro della Genesi in sezioni. La trattazione di ogni singola sezione differisce, perché l'A. è interessato a volte alla trama, altre volte al personaggio, o al punto di vista, oppure ai commentari tradizionali. L’A. non inserisce nel testo una propria traduzione dell'originale ebraico, che a volte, però, è riportato per spiegare le proprie scelte esegetiche. Ha un'attenzione particolare alla New Revised Standard Version.

Di ogni racconto viene presentata la struttura, l'inizio dell'azione, la sua complicazione, il punto di svolta, lo scioglimento e la conclusione. Il commentario è diviso in due parti: i racconti degli inizi, Genesi 1–11 (il racconto della creazione e di tutto quello che esiste; Gen 1,1-2,3); il racconto della creazione dell'uomo e della donna, il paradiso in cui vissero e che decisero di perdere e il peccato che ne seguì (Gen 2-3; 4); nota su Genesi 5: la costante genealogia dell'umanità; il racconto del graduale diluvio e l'alleanza che ne seguì (Gen 6-9); nota su Genesi 10: prosecuzione della genealogia dell'umanità; il racconto di Babele (Gen 11,1-9); nota su Genesi 11,10. Il tutto è concluso con un sommario dedicato alla struttura narrativa di Genesi 1–11: tutta la prima storia dell'umanità sembra aver avuto fine con l'infertilità di Abram e Sarai. L’umanità ha raggiunto un punto di divisione da Dio che non può più adempiere il primo comandamento e attuare la prima benedizione: essere fecondi e moltiplicarsi. Sembra che il testo dica di distogliere lo sguardo dall'infertilità del passato, perché qualcosa di nuovo sta per accadere.

Nella seconda parte (Gen 12-50) intitolata Racconti sulla famiglia scelta per la benedizione, l'A. divide il suo materiale in quattro sezioni: Al tempo della prima generazione con al centro Abramo (Gen 12-25); al tempo della seconda generazione con al centro lsacco (Gen 25-28); al tempo della terza generazione con al centro Giacobbe con una nota su Esaù e i suoi punti di forza; al tempo della quarta generazione con al centro Giuseppe e il conflitto familiare che provoca (Gen 37-50).

Il commentario è concluso con un interessante excursus: Gli Esterni - L'uso di posizione, movimento e struttura concentrica per sottolineare l'autonomia dei personaggi femminili. La tesi di Cotter è semplice. Quando le donne nella Bibbia ebraica sono esterne, sono libere. Mentre si muovono all'interno, la loro libertà viene meno o si restringe sempre più. L"essere esterne' può essere inteso in senso letterale o metaforico. Il movimento da o per l'autonomia può essere evidenziato da una struttura concentrica in cui l'atto libero della donna è al centro; al contrario, la sua mancanza di libertà è indicata dalla scomparsa dal centro del racconto. Cotter fa notare come il testo metta in evidenza la benedizione liberante di Dio su donne scartate: Agar, Lia, Tamar. Ma anche i patriarchi hanno bisogno di un lungo cammino di crescita nella fede. Abramo, per esempio, parte, ma non obbedisce subito al Signore completamente, perché si porta con sé Lot, una creatura confusa. Isacco è una figura passiva, più agito che attore. Giacobbe sfigura di fronte al generoso fratello Esaù; matura nella sofferenza, nella lontananza dalla terra e per i problemi affettivi familiari; l'ingannatore rimane ingannato dai suoi figli. Dei suoi figli due soprattutto, Giuda e Giuseppe, fanno un cammino di vera trasformazione umana e spirituale.

Che cosa dire di questo commentario? Se si incomincia a leggerlo, è difficile interromperne la lettura. Il lettore si rende conto di stare ascoltando quello che un esperto esegeta cattolico dice di stare vedendo nel testo della Genesi. Un esempio ne è la sua espressione: «Come ho detto piu volte». Cotter ammette che è possibile leggere il testo anche da un altro punto di vista. Comunque, si tratta di un commentario adatto per imparare il metodo dell'analisi narrativa, ma anche molto utile per coloro che desiderano essere trasformati dall'incontro con la Parola di Dio.


T. Lorenzin, in Studia Patavina 2/2021, 363-365

Commentare il libro della Genesi può apparire un compito arduo, sicura­mente difficile, ma anche necessario. Al di là delle innumerevoli questioni che gli studiosi affrontano quando si accingono, appunto, a scrivere un commentario, è infatti necessario arrivare a una sintesi che aiuti il lettore, che non necessariamente è uno specialista, a entrare nel testo. L’au­tore di questo libro ha fatto una precisa scelta metodologica: quella di proporre un commento narrativo, basato sulla forma finale del testo biblico.

Nell’Introduzione che precede la vera e propria analisi del li­bro della Genesi presenta gli elementi che utilizzerà nel commento testuale (trama, struttura, personaggio e caratterizzazione, punto di vista), che, coerentemente, ver­terà solo sui capitoli narrativi della Genesi. Infatti egli non analizza, per esempio, le genealogie che si trovano nei capp. 5 e 10, mentre dedica un excursus finale a un tema a nostro avviso curioso, quello della libertà delle donne, prendendo in esame Gen 38; 1 Sam 25; 2 Sam 11 e 13.

L’analisi dei vari capitoli della Gene­si segue uno schema più o meno costan­te: prima si trova il commento di singole pericopi, poi un paragrafo intitolato «ca­ratterizzazione», che è una specie di let­tura teologica del brano; infine un altro, dal titolo «nella tradizione», che presenta un’antologia di commenti presi o dai pa­dri della chiesa, o dal mondo ebraico, o da altre fonti.

Ci sembra un libro accessibile al letto­re medio, che andrebbe tuttavia integrato con altri commentari alla Genesi per avere un’idea più ampia di quello che il testo pre­senta, o dei problemi che esso pone. Que­sto è, del resto, l’invito che viene rivolto fin dall’inizio dall’autore stesso al suo pubbli­co, consapevole del fatto che non esiste il commentario ideale e che ogni lettore deve individuare il testo che maggiormente lo aiuta nella sua ricerca personale.


D. Scaiola, in Parole di Vita 3/2021, 56

Lettura cinematografica della Genesi che si pone dalla parte di ciò che non viene detto, in modo da assumere uno sguardo nuovo su tutte quelle miniature letterarie che la Bibbia di volta in volta ci presenta. Esegesi rigorosa, quella dell’a., che nell’esporre la storia della salvezza apre, in mezzo al magmatico vivere dei protagonisti biblici, orizzonti di senso. Ciò che entra in scena è l’inappagabile desiderio di un mondo ormai fuori dal nostro campo visivo, un desiderio la cui essenza è data proprio da quel medesimo amore di cui eravamo fruitori nel giardino dell’Eden e che, per nostra disubbidienza, rifiutammo di amare.
D. Segna, in Il Regno Attualità 22/2020

Il sacerdote cattolico americano, monaco benedettino, ha inteso comporre un commentario a Genesi non di stampo storico-critico ma servendosi dell’analisi narrativa. È parroco a Glasgow ed è direttore della collana “Berit Olam” presso Liturgical Press, collana in cui è inserito il commentario da lui composto. Il testo è indirizzato a laici, parroci e studiosi e si basa sulla forma finale del testo come appare nel testo ebraico masoretico. L’originale americano è del 2003 e l’autore afferma che commentari di queste tipo non esistono. In Italia, comunque, è disponibile il bel commentario di A. Wénin, che porta come sottotitolo ai tre volumi sinora disponibili Lettura narrativa e antropologica della Genesi (EDB, Bologna 2007.2008.2017).

Cotter suggerisce al lettore di servirsi di uno di questi commentari per trovarvi spiegazioni più esaustive sotto molti aspetti. Come quando si ammira una statua come il Davide di Michelangelo o una serie preziosa di porcellane, il lettore deve porsi da un punto di osservazione che può cambiare e osservare ogni minimo dettaglio. Cotter propone il suo punto di vista cattolico in dialogo col mondo letterario e filosofico odierno ed esamina minuziosamente i dettagli del testo considerandolo innanzitutto un racconto tipico della narrativa ebraica, che è spesso una narrazione storicizzata. Essa combina insieme vari elementi:

1. dettaglio storico fattuale rivestito di leggenda (passaggio del Mar Rosso in Es 14,1–15,21);

2. tradizione mitologica (I Nefilim di Gen 6,1-4);

3. racconti eziologici (Giacobbe che lotta con Dio in Gen 32,22.32);

4. saghe archetipe di fondatori della nazione (la chiamata di Abramo in Gen 12,1-9);

5. racconti popolari di eroi capaci di opere straordinarie (Sansone in Gdc 13,1–16,31);

6. figure storiche note con qualche elemento di ricostruzione (Davide in 1 e 2Samuele e 1Re).

Analisi narratologica

Nella sua spiegazione, a differenza del metodo storico-critico che studia le fonti e lo sviluppo del testo fino al suo stadio finale, Cotter intende ricercare come significato non “come era” ma “perché così”. Egli analizza il significato esaminando la struttura narrativa nei suoi particolari.

Nell’Introduzione (pp. 8-42) spiega gli elementi essenziali del metodo narratologico. In particolare si sofferma sulla mimesi (rappresentazione o illustrazione?), sulla trama e suoi elementi costitutivi, sulla struttura, specialmente quella chiastica e la struttura simmetrica concentrica in genere. Nel primo caso, il punto centrale X è l’elemento della storia che permette la svolta del racconto. Se gli elementi, invece, sono in serie parallela, l’accento cade sui singoli elementi. Le strutture sono rinvenute dagli studiosi, secondo Cotter, ma non imposte dagli autori del testo biblico.

Lo studioso spiega poi il personaggio e la caratterizzazione tramite il nome, la descrizione, mediante un monologo interiore, o per contrasto. La scaletta di affidabilità ascendente della caratterizzazione è così redatta dallo studioso: resoconto di azioni, aspetto, gesto, postura, costume, commento di un personaggio su un altro, discorso diretto di un personaggio, monologo interiore, affermazione del narratore. Altri autori parlano di un continuum di tipi di personaggi cha vanno dal piatto al tondo.

Infine, Cotter analizza il tema del punto di vista. Nella Parte prima del volume (pp. 43-118), Cotter esamina i racconti degli inizi (Gen 1–11) raccogliendo i testi sotto le seguenti titolature: 1) Il racconto della creazione di tutto quello che esiste (Gen 1,1–2,3); Il racconto della creazione dell’uomo e della donna, il paradiso in cui vissero e che decisero di perdere e il peccato che ne seguì (Gen 2–3); 3) Il racconto del grande diluvio e l’alleanza che seguì (Gen 6–9): 4) Il racconto di Babele (Gen 11,1-19).

Nella Parte seconda (pp. 119-396), Cotter esamina i “Racconti della tribolata famiglia scelta per la benedizione” (Genesi 12–50). Queste le maggiori suddivisioni, con la numerazione continua: 5) Al tempo della prima generazione (Gen 12–25); 6) Al tempo della seconda generazione (Genesi 25–28); 7) Al tempo della terza generazione (Genesi 28–36); 8) Al tempo della quarta generazione (Gen 37–50).

Concludono il volume le Indicazioni di ulteriori letture (pp. 397-408), Abbreviazioni (pp. 409-410), Indice degli autori (pp. 411-414), Indice dei temi (pp. 415-416).

YHWH Salvatore

Tesi centrale sostenuta dall’autore del volume è che nel libro della Genesi YHWH è presentato come salvatore, specialmente dell’ultimo e del più debole. Questa aspetto si rivela in modo particolare nella storia della tribolata famiglia scelta per la benedizione. Figura centrale della narrazione della prima generazione è – secondo Cotter – la schiava egiziana Agar, e non Abramo, mentre Tamar, la nuora emarginata è vista come la figura morale centrale della quarta generazione. Dio è salvatore soprattutto di coloro che si trovano nella più grande necessità.

Per quanto riguarda la creazione, Dio si dimostra salvatore anche in quel caso, strappando il creato dall’insensatezza e chiamando l’umanità a condividere la stessa sfida.Interessante la definizione di “tribolata” data alla famiglia di Abramo e alla sua discendenza. Pur fra tribolazioni, lacerazione, invidie, gelosie e conflitti di ogni tipo, essa è la famiglia benedetta da YHWH e chiamata a diventare mediatrice di benedizione per il mondo intero. Non diventerà mai una famiglia modello, completamente perfetta e trasformata in ogni suo aspetto, ma rimarrà amata anche nel suo “zoppicare” per aver lottato con Dio.

Strutture concentriche e parallele

Di varie sezioni esaminate l’autore indica – secondo la terminologia tipica del metodo narratologico – l’inizio dell’azione, lo sviluppo, il punto di svolta, lo scioglimento, la conclusione. A titolo esemplificativo dell’analisi di Cotter, riportiamo la struttura concentrica da lui proposta per le sezioni maggiori.

Gen 2–3. È il racconto della creazione dell’Uomo e della Donna, il paradiso in cui vissero e che decisero di perdere:

A) 2,4b-17 hā’ādām è posto nel giardino

B) 2,18-25 Le relazioni tra i personaggi sono stabilite in armonia

C) 3,1-5 Il serpente parla alla Donna

D) 3,6-7 La Donna e suo marito mangiano dell’albero

C1) 3,8-13 YHWH interroga hā’ādām

B1) 3,14-21 Le relazioni tra i personaggi vengono ristabilite, ma in disarmonia

A1) 3,22-24 hā’ādām è condotto fuori del giardino

Nel racconto di Gen 12–25 Cotter rinviene invece una struttura a chiasmo:

A) 12,1-8 Vicino all’obbedienza, ma incapacità di sacrificare ciò che era stato chiesto

B) 12,9–13,1 YHWH interviene per liberare Sarai

C) 13,2-18 Abram e Lot si stabiliscono

D) 14,1-24 Il male è sconfitto da Abram

E) 15,1-21 YHWH interviene e si impegna in un’alleanza

X) 16,1-15 YHWH salva Agar e suo figlio

E1) 17,1-26 Abram interviene e si impegna

D1)18,1–19,29 Il male viene sconfitto per amore di Abramo

C1) 19,30-38 La scelta di Lot

B1) 20,1-18 YHWH interviene per liberare Sara

!!! 21,1-34 YHWH interviene liberamente per creare una vita e per liberare; abitanti e residenti temporanei

A1) 22,1-19 Obbedienza e sacrificio di quanto era stato chiesto

22,20–25,10 Sintesi della vita successiva.

Un esempio di struttura che procede per paralleli è invece quella rinvenuta dall’autore in Gen 37–50:

A) 37,1-16 Giuseppe e il conflitto familiare che provoca

A1) 38,1-30 Giuda e il conflitto familiare da lui provocato

B) 39,1–41,57 Discesa e ascesa di Giuseppe

B1) 42,1–47,27 Discesa e ascesa dei fratelli

C) 47,28–48,22 Benedizioni di Giuseppe

C1) 49,1-28 Benedizioni: tutti i fratelli

D) 49,29–50,14 La fine di Giacobbe

D1) 50,15-26 La fine di Giuseppe

 

In fin dei conti, Genesi sollecita il lettore e l’umanità di tutti i tempi a cercare salvezza e senso all’interno di un mondo che presenta tratti caotici (la pandemia di questi mesi ne può essere un esempio). Sarà possibile solo con un sussulto di responsabilità che faccia incamminare l’umanità verso un traguardo solo intravisto ma che già in passato si presentava pieno di senso e di amore, poi rifiutato dagli uomini.

Nel suo commentario l’autore inserisce alcuni stacchi che richiamano l’interpretazione avuta dal testo nella tradizione, specialmente in quella ebraica. Come tutte le opere, anche questo commentario ha ricevuto critiche sia positive che negative, che vanno ricordate per onestà (cf. ad es. quella severa di R. Thimothy McLay su Journal Of Hebrew Scriptures – Volume 4 [2002-2003]).

Un commento tecnico impostato sull’analisi narratologica, con elementi di originalità che concorrono, assieme ai commentari più tradizionali, ad approfondire il dinamismo del testo, a spiegare il “perché così”, altrettanto importante del comprendere il significato “statico” del testo e della modalità della sua formazione.


R. Mela, in SettimanaNews.it 5 dicembre 2020