In breve
“Con spiccata sensibilità pastorale, Gaillardetz ci ricorda che ciò di cui spesso abbiamo bisogno è la promessa che non siamo soli nella sofferenza. Questa è un’opera finale saggia e commovente, colma di gratitudine per la vita» – The Christian Century
Una testimonianza profondamente personale e spirituale, intima e diretta
Un testo lucido e struggente sul morire da cristiani, che coniuga autobiografia, teologia e spiritualità in un modo accessibile ma profondo
Descrizione
Quando a Richard Gaillardetz viene diagnosticato un tumore incurabile al pancreas, la sua vita prende una piega inattesa. Il teologo, uno fra i più autorevoli del panorama cattolico contemporaneo, non va in cerca di consolazioni facili né di risposte assolute. Comincia a scrivere, a condividere con onestà disarmante i suoi pensieri su una piattaforma online pensata per offrire sostegno alle persone durante il percorso di cura. Racconta della paura, della gratitudine, della fiducia, della bellezza che resiste anche nel corpo che si consuma.
Con le sue riflessioni, qui raccolte in ordine cronologico, Gaillardetz attraversa l’ultima stagione della propria vita alla ricerca di una visione più profonda della fede cristiana, scoprendo un nuovo significato nei segni e nei simboli che contraddistinguono le festività e le celebrazioni liturgiche a lui familiari. Il teologo-paziente mescola metafore sportive a citazioni di Karl Rhaner, non senza tocchi di umorismo. Condivide con i lettori la sua sapienza, in questa commovente esplorazione di cosa significhi essere una persona di fede che entra nel mistero pasquale, sempre sperando nella vita che verrà.
È un libro-testamento, rivolto a chi accompagna un malato terminale, a chi è in cammino, a chi non ha paura di guardare alla morte come mistero di comunione. Qui l’esperienza del morire, vissuta in prima persona e radicata nei gesti semplici della vita familiare e liturgica, fa emergere una “mistagogia della morte” tutt’altro che astratta o idealizzata.