La prospettiva adottata da Zanchi in questa sintetica quanto esaustiva ricognizione di un rapporto, quello tra religione cristiana e immagine, tanto fondativo quanto seminale ancora nell’attualità, è antropologico e sociale – la funzione di mediazione simbolica propria dell’immagine è equipollente a quella che nel cristianesimo prende il nome di sacramento –, via che consente all’autore di costruire una base su cui si innesta «per diritto» il tema teologico. Gli strumenti della cultura visuale consentono di tracciare, sotto le fluttuazioni della storia dell’arte e della storia della teologia, la resistenza e le trasformazioni delle funzioni proprie dell’icona e del sacramento, che nell’età postsecolare sono esondate in contesti anche lontanissimi da quelli originari. In questo senso Zanchi costruisce un libro che è insieme un percorso storico e teorico, rivolto a un pubblico più ampio di quello strettamente ecclesiale, essenziale per prendere coscienza di dinamiche profonde e tumultuosamente in atto.
A. Beltrami, in Avvenire 11 settembre 2024