Disponibile
Farsi un’immagine
Giuliano Zanchi

Farsi un’immagine

Storia cristiana e cultura visuale

Prezzo di copertina: Euro 22,00 Prezzo scontato: Euro 20,90
Collana: In-Oltre 3
ISBN: 978-88-399-0203-0
Formato: 12,3 x 19,3 cm
Pagine: 256 + VIII
© 2024

In breve

Prefazione di Andrea Grillo

Sull’antica icona cristiana era caduto il sospetto di essere un idolo sotto mentite spoglie. Oggi, quando la tecnologia consente alle immagini di essere efficaci mediatrici di realtà – come volevano esserlo le icone –, cosa possiamo pensare di questo antico sospetto?

Una raffinata interpretazione del potere sociale delle immagini.

Descrizione

La presenza pervasiva e la forza attrattiva delle immagini nella nostra civiltà sono un dato evidente. Le immagini hanno un potere simbolico che assume tratti intriganti, ancora tutti da esplorare, e che travalica una funzione semplicemente rappresentativa: le immagini creano realtà.
In fondo, era questa la posta in gioco dell’antico dibattito cristiano sulle immagini sacre, sostanzialmente rimosso dalla storia dell’arte. In quella diatriba, consumatasi a cavallo fra VIII e IX secolo, non si trattava solo delle liceità della rappresentazione di Cristo, ma della prerogativa propria delle immagini sacre (icone) di essere segno della sua presenza e, per questo, oggetto di venerazione. In quel terreno si rendeva necessario distinguere l’icona dall’idolo, aspramente interdetto dal divieto biblico. Il dibattito occidentale successivo opererà delle precisazioni teologiche che attribuiranno al sacramento il compito di mediare la presenza, ridimensionando la funzione dell’immagine e sottomettendola – più o meno – al regime della parola. Sacramento e parola sono allora i due termini con i quali argomentare il potere dell’immagine.
Sono proprio questi elementi a ritornare in campo nel contesto della cosiddetta “cultura visuale”, dell’attuale imperativo estetico e del suo crescendo infomediale: ancora una volta, l’immagine sembra fagocitare il regime della parola e agire con l’efficacia tipica del sacramento. Come saggarne le potenzialità e giudicarne le ambizioni?

Recensioni

La prospettiva adottata da Zanchi in questa sintetica quanto esaustiva ricognizione di un rapporto, quello tra religione cristiana e immagine, tanto fondativo quanto seminale ancora nell’attualità, è antropologico e sociale – la funzione di mediazione simbolica propria dell’immagine è equipollente a quella che nel cristianesimo prende il nome di sacramento –, via che consente all’autore di costruire una base su cui si innesta «per diritto» il tema teologico. Gli strumenti della cultura visuale consentono di tracciare, sotto le fluttuazioni della storia dell’arte e della storia della teologia, la resistenza e le trasformazioni delle funzioni proprie dell’icona e del sacramento, che nell’età postsecolare sono esondate in contesti anche lontanissimi da quelli originari. In questo senso Zanchi costruisce un libro che è insieme un percorso storico e teorico, rivolto a un pubblico più ampio di quello strettamente ecclesiale, essenziale per prendere coscienza di dinamiche profonde e tumultuosamente in atto.
A. Beltrami, in Avvenire 11 settembre 2024