Questo saggio, pubblicato in tedesco nel 2016, si aggiunge indubbiamente allo scaffale del cultore di teologia delle religioni e dialogo interreligioso, ma forse si presta meglio a essere un ottimo strumento per chi si inoltra per la prima volta in queste tematiche. Titolo e sottotitolo, infatti, rendono bene il carattere non esaustivo ("Elementi"), provvisorio e in evoluzione ("... per una teologia... ", "Sguardi", "passi'') dei materiali offerti dall' A. che dichiara di presentare «solo tracce dei percorsi che potrebbero essere fatti in questa teologia» (p. 6).
Il volume è articolato in tre capitoli di ampiezza molto diversa. Dieci pagine su LaBibbia come testimonianza e fonte di una teologia delle religioni (pp. 25-34), delle quali l'unica nota di originalità, rispetto a molte altre trattazioni simili, è il riferimento netto a Mt25,31-46, raramente considerato. «Qui è detto: chi fa la volontà di Dio appartiene alla comunità dei benedetti dal Padre. Inquesto modo è aperto uno spazio sconfinato. Chi serve i più poveri, incontra in loro proprio Cristo che si identifica con quanti hanno bisogno d'aiuto. In questo senso, il discorso del giudizio parla dell'offerta di salvezza universale di Dio, ma senza mettere in gioco anche la mediazione cristologica» (p. 33).
La parte più consistente è quella storica (pp. 35-173), seguita dall'ultima, più sistematica, Temi di una teologia delle religioni (pp. 173-244). Un pregio dell'ampio percorso storico è quello di fare «ricorso a citazioni abbastanza lunghe» (p. 6), scelta che offre l'opportunità di un contatto diretto con una serie di testi fondamentali, alcuni meno citati in percorsi simili, come l’Omelia di Pasqua di Melitone di Sardi adversus Judaeos (pp. 43-44); due testi poco citati di Balthasar, Rivendicazione di cattolìcità (pp. 153-154) e Il cristianesimo e le religioni universali, del 1979, (pp. 207-212); o parte del documento della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche (Fabc) del 1982 che introduce il concetto di «doppia appartenenza» religiosa (pp. 169-171). Lo stile della trattazione segue una scansione sempre uguale: elementi del contesto storico-culturale, autori e testi, brevi considerazioni finali.
Il percorso complessivo attraversa le tappe generalmente presenti in saggi sul medesimo tema e, in questo senso, può essere interessante evidenziare accentuazioni e assenze. Ottima l'accentuazione su cristiani ed ebrei e cristiani e musulmani nel primo medioevo (pp. 47-57 e 58-67) con un approfondimento su La lotta contro gli ebrei nella Spagna visigota (pp. 53-54) e Persecuzioni degli ebrei all'epoca delle crociate (pp. 56-58). Nell'incontro con l'islam, insieme al Damasceno, vengono citati (pp. 63-64) i meno noti Teodoro Abucara (750-820/25) e Niceta di Bisanzio (IX-Xsecolo), autore quest'ultimo di La confutazione del libro scritto dall'arabo Maometto (PG 105,669 A-805 D). Prevedibile, considerando l'A., è la buona trattazione delle religioni nell'epoca dell'illuminismo e dell'idealismo tedesco (pp. 92-106), dove dopo Lessing e Kant viene presentato l'importante contributo di Hegel a partire dalle Lezioni sulla fìlosofia della religione (1832) nelle quali il pensatore di Jena tratta di moltissime religioni, eccetto l'islam (p. 105). Nell'ultimo tratto del percorso storico si accenna alla teologia interculturale (p. 155), al concetto della "doppia appartenenza" (pp. 169-170) e alla teologia comparativa (pp. 171-172). Troppo scarno è, a nostro avviso, il capitolo - tre pagine! - sul XVIsecolo che tralascia la grande spinta missionaria e figure come Matteo Ricci e Roberto De Nobili (pp. 89-92), non creando quel legame fruttuoso tra riflessione missionologica e teologia delle religioni. Alcune assenze inaspettate sono quella di san Francesco d'Assisi e del suo "stile" di presenza tra i musulmani consegnato alla Regola non bollata, inomi di H. de Lubac e, soprattutto, di J. Daniélou, e la menzione dell'incontro interreligioso ad Assisi del 27 ottobre 1986.
I terni esplorati nella terza parte sono tre: la chiesa,le religioni e il dialogo. Il capitolo ecclesiologico ha il pregio della sintesi e della completezza dei versanti affrontati, sostanzialmente sulla scia del dettame del Vaticano II: la natura teologica della chiesa; la cattolicità, chiesa e vera religio, l'assolutezza del cristianesimo, l'assioma extra ecclesia nulla salus e la libertà religiosa. Il paragrafo Teologia delle religioni (pp. 198-219), articolato in tre momenti, Concatenazioni, Distinzioni, valutazioni, presenta come elemento di originalità un ingresso antropologico al tema (Concatenazioni,pp. 199-204) che delinea la dignità della persona umana come base e orizzonte della riflessione cristiana sulle religioni poiché è nel suo «essere-debitore orizzontale che si manifesta un essere-debitore verticale» (p. 202). I tre percorsi sottolineati dall'A. per una teologia delle religioni sono 1) la priorità del rapporto chiesa e Israele; 2) la questione della salvezza ma soprattutto 3) la domanda sulla verità (p. 218), quest'ultima esplorata con un'ampia citazione di M. Seckler. Il capitolo sul dialogo presenta l'originalità di descrivere - e quindi di esplicitare la necessità di una differenziazione e di prospettive contestuali del suo attuarsi - cinque dialoghi specifici con utili brevi considerazioni su ciascuno: 1) ebrei e cristiani (pp. 225-228); 2) islamo-cristiano (pp. 228-232); 3) con l'induismo (pp. 232-235); 4) con il buddhismo (pp. 235-237); 5) con le religioni tribali africane (pp. 237-240).
L'apporto principale del volume è quello di una ricca panoramica storica dai primi secoli cristiani fino ai recenti approcci, con una buona sintesi del Vaticano II (cap. 12) e del periodo postconciliare (cap. 13). Tra i temi manca quello della mediazione cristologica che è centrale per una teologia delle religioni. I cinque dialoghi differenziati descritti (pp. 224-240) costituiscono forse le prospettive più feconde per la ricerca teologica, insieme alla teologia interculturale (p. 155) e a quella comparativa (p. 171) solamente accennate. Infatti, questi scenari interpellano e si radicano in contesti e ambiti teologici diversi da quello europeo del quale questo saggio è l'ennesima sintesi, pregio e limite al contempo.
G. Osto, in
Studia Patavina 2/2022, 382-384