Il nostro mondo che cammina a un passo accelerato ha sperimentato nell'ultimo secolo – e sempre più negli ultimi decenni – una realtà molto nuova: quella della compresenza intensa e crescente di persone di diverse fedi religiose. Viviamo, specie in Occidente, in una società plurale, dove il pluralismo è culturale e religioso al contempo. Questa pluralità ci sfida – secondo il gesuita Werner Löser, autore del volume Elementi per una teologia delle religioni. Sguardi e passi oltre i confini per Queriniana Editrice – «a comprendere più profondamente il nostro percorso di fede, che facciamo nella chiesa e con la chiesa, in modo da poterlo poi rappresentare in modo convincente di fronte agli altri». L'obiettivo del libro è esattamente quello di delineare le vie che i cristiani hanno seguito nella storia quando si sono incontrati/scontrati con le persone di altre religioni.
Per attualizzare questa presa di coscienza, l'a. parte da una considerazione biblica, dove il testo fondante della fede fede giudeo-cristiana è visto nell'ottica di «testimonianza e fonte di una teologia delle religioni». La sacra Scrittura, sia nell'AT e nel NT, propone «una cornice dentro la quale anche la chiesa deve cercare e trovare la sua strada camminando nella storia, nelle sue situazioni di volta in volta concrete e di fronte a interlocutori concreti di altre religioni».
Interpellata da questa non indifferenza verso l'altro inculcata dalla Bibbia, la chiesa ha vissuto varie fasi fiorenti (e non) di incontro/scontro con l'alterità religiosa. Giustino vede nel mondo, soprattutto quello filosofico, semi e germi del Logos prima della rivelazione cristiana. Clemente alessandrino vede nella filosofia come un altro antico testamento per i greci che li prepara a Cristo.
L'a. attraversa la storia vedendo i momenti di alti e bassi nella considerazione dell'alterità religiosa. La varietà, i successi e i fallimenti della "retrospettiva" proposta dall'a. costituiscono delle risorse che permettono di riflettere sulla natura della teologia delle religioni e di giungere a delle riflessioni sistematiche e ai temi specifici della teologia delle religioni.
Il movimento del libro – che potrebbe essere nella sua panoramicità un sintetico manuale introduttivo alla storia della teologia delle religioni – verte continuamente sulla necessità dell'ascolto e del dialogo. L'a. evidenzia sovente come tale esigenza dialogica non soltanto faccia parte della natura stessa della fede cristiana, ma che è anche pragmaticamente necessaria «per trovare e percorrere, in nome della pace, vie che sono caratterizzate da reciproca conoscenza e rispetto». L'a. ci avverte, però, che tale spinta dialogica non deve essere a discapito del mandato missionario perché le parole del Signore restano sempre valide: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Questo lodevole epilogo "prescrittivo" esprime l'equilibro del testo anche nelle sue parti descrittive.
R. Cheaib, in
Theologhia.com 14 dicembre 2021