Nel presente saggio teologico, lo studioso francese Benoît Bourgine (1962-) che, dal 2003, insegna teologia all’Università cattolica di Lovanio (Belgio) – dove è direttore di ricerca in teologia fondamentale – si è dato il compito di identificare il significato e la funzione, le poste in gioco e le forme della teologia biblica. Egli la intende come campo teologico in cui devono poter convergere, in un dialogo fecondo e costruttivo, gli esegeti ei teologi dogmatici, superando così una divaricazione che è durata per molto tempo nel passato.
Bourgine ha cercato di dimostrare la necessità della teologia biblica a partire dal fatto che essa risulta dalla natura della Bibbia, che l’esegesi si propone di spiegare, e dall’intelligenza della fede, che la dogmatica si sforza di portare al linguaggio.
Nel suo studio l’autore ha delineato le condizioni di possibilità della teologia biblica, mettendo in luce i presupposti di ordine filosofico, esegetico e dogmatico che ne determinano la messa in opera, e delineando uno schema del suo approccio interpretativo che ne sottolinea l’unità.
Bourgine afferma che il suo saggio può essere letto come una critica della teologia biblica. Cercheremo di rendere conto del suo testo citandolo spesso in modo letterale, anche senza indicarlo espressamente.
L’autore ha suddiviso l’opera in due parti. La prima parte ha per titolo “Origine, Problemi, Modelli” (pp. 21-148), la seconda “Correlazione tra natura della Bibbia e regola della sua interpretazione” (pp. 149-224).
Origine, problemi e modelli della teologia biblica
La prima tappa, storica e problematica, descrive le origini della teologia biblica, espone i suoi problemi, presenta dei modelli e, sottolineando la storicità dell’approccio, dispone il pensiero a guardare al futuro.
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La seconda parte del saggio di Bourgine tratta della correlazione tra la natura della Bibbia e la regola della sua interpretazione. La posizione dell’autore è quella di una stretta correlazione tra la natura teologica della Bibbia e la sua interpretazione e il lavoro della dogmatica che ne attualizza il senso per l’uomo d’oggi. Tra esegesi e dogmatica deve esserci una stretta collaborazione.
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Nel suo saggio Bourgine ha voluto precisare come la Bibbia obblighi l’esegesi e la dogmatica, l’una l’altra, l’una di fronte all’altra.
La teologia dogmatica e fondamentale, nella varietà delle sue funzioni, non può in ultima analisi prescindere dalla Bibbia e, per questo motivo, ha bisogno dell’apporto delle scienze bibliche; l’esegesi non può venire a capo della spiegazione della Bibbia senza chiarire che cosa intende per teologia, il che rende ineluttabile il confronto con il partner dogmatico. Ecco perché la teologia biblica è sempre l’opera di un esegeta o di un dogmatico, nello svolgimento del loro rispettivo compito.
Che lo vogliano o no, esegeti e dogmatici sono condannati a parlarsi, con la complicità del filosofo. In passato, è accaduto che questo incontro prendesse una piega conflittuale. «Questo saggio – conclude Bourgine – vorrebbe contribuire al dialogo fra esegeti e dogmatici» (p. 224). Crediamo che abbia espresso bene la sua necessità.
Il volume – testo tecnico di studio destinato soprattutto a docenti e studenti dei corsi accademici di teologia e filosofia – si chiude con la bibliografia (p. 229-242), l’indice dei nomi (pp. 243-246), le abbreviazioni (p. 247) e i ringraziamenti (p. 248).
R. Mela, in
SettimanaNews.it 28 dicembre 2022