>«Quando, per un concorso di circostanze, sono stato condotto a studiare gli scritti di Christian de Chergé, non sapevo in quale avventura personale mi sarei trovato coinvolto. Sensibile già da diversi anni al pluralismo religioso e al suo interesse per la riflessione sull'insieme della teologia, grazie all'impegno nell'Istituto di scienze e teologia delle religioni di Marsiglia, mi è stata offerta la possibilità di conoscere un testimone e un pioniere in grado di condurmi su questo cammino sia con il suo pensiero che con la sua spiritualità». Così il prete francese Christian Salenson, già vicario generale della diocesi di Nìmes ed ex direttore dell'Istituto di scienze e teologia delle religioni a Marsiglia, racconta la sua passione per la personalità e il significato del martirio di padre de Chergé e degli altri sei monaci trappisti di Tibhirine.
«Come qualificare la sua teologia? Privilegio il termine di teologia dell'incontro, perché Christian de Chergé non sviluppa solo una teologia delle religioni ma una teologia dell'incontro delle religioni. Con teologia dell'incontro voglio significare che non si tratta solo di considerare l'islàm dal punto di vista della fede cristiana, ma anche come questo incontro permetta alla fede cristiana di approfondirsi», sottolinea l'autore.
L. Badaracchi, in
Jesus 10/2024, 94