In breve
«Il contributo specifico offerto da questo libro – che dovrebbe essere letto e studiato da storici, ecclesiologi, liturgisti e pastori della Chiesa – è confutare la falsa dicotomia secondo cui i figli e le figlie della Chiesa possono compiere passi falsi, senza che questo intacchi minimamente la santità della Chiesa stessa» (Christopher M. Bellitto, Kean University, New Jersey (USA)).
Descrizione
Che cosa significa per la Chiesa essere al tempo stesso santa e peccatrice? Quali tradizioni teologiche forniscono il contesto e il linguaggio migliori per comprendere il vissuto di una comunità che spesso arranca nel suo tendere alla santità?
Partendo da una prospettiva teologico-ligurgica anziché dalla consueta angolazione dogmatico-apologetica, Brian Flanagan affronta con perizia il modo in cui santità e peccato, errore e perdono condizionano il cammino della Chiesa. Ai lettori egli indica una Chiesa che, in atteggiamento di preghiera, confessa la propria indegnità e un continuo bisogno di purificazione, fiduciosa di poter partecipare – oggi e in futuro – alla vita di Dio.
Dopo una panoramica dei modi in cui i teologi del passato hanno cercato di spiegare la coesistenza di santità e peccato nella Chiesa, il saggio argomenta questa tesi: pur potendo essere certi che il Dio fedele santificherà pienamente la Chiesa nel Regno a venire, la nostra ecclesiologia deve sempre occuparsi sia della santità che già sperimentiamo sia del peccato che fa parte del nostro bagaglio nel cammino verso quel Regno.