27/01/2012
211. YOUCAT Una valutazione di Stephan Leimgruber * (docente di pedagogia e didattica della religione all’università di Monaco di Baviera)
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Nella primavera del 2011 è apparso il Catechismo dei giovani della Chiesa cattolica, abbreviato YOUCAT, scritto da teologi e pedagoghi della religione, già tradotto in tredici lingue, a cura del cardinal Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna (Austria), ed edito dalla Conferenza episcopale austriaca con l’approvazione delle Conferenze dei vescovi svizzeri e tedeschi 1. Si inserisce nei più che 500 anni della tradizione dei catechismi evangelici e cattolici e merita così un più attento esame. Se YOUCAT deve raggiungere i giovani e dar loro ulteriori impulsi, il dare ragione dei suoi punti forti così come dei lati critici dal punto di vista catechetico e di pedagogia della religione è allora appropriato. E così può avvenire un più profondo esame della trasmissione della fede nel XXI secolo.



Contesti

L’umanista Erasmo da Rotterdam (1469-1536) ideò uno dei primi catechismi quale guida alla vita cristiana. Martin Lutero (1483-1546), che voleva rinnovare la chiesa partendo dalla Scrittura, raccolse nei suoi due catechismi (entrambi del 1529) dei sermoni e definì «parti essenziali» le esposizioni dei comandamenti, del Credo e del Padrenostro. Il suo punto di arrivo era formare dei laici cristiani e i parroci secondo il vangelo 2. Si sarebbe perciò dovuto presentare in breve la fede, trasmettere una elementare conoscenza di fondo e presentare i personaggi e le situazioni coinvolte nella Bibbia. Pietro Canisio (1521-1597) contrappose ai catechismi evangelici tre catechismi cattolici (1555) , dando luogo così alla tradizione cattolica dei catechismi e preparando la via al Catechismo romano (1566) [trad. it., Il Catechismo romano commentato, a cura di L. Andrianopoli, Ares, Milano 1983], le cui strutture vengono riprese nel Catechismo della Chiesa Cattolica (1997/9), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1997, nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio, LEV - San Paolo, Città del Vaticano - Cinisello B. 2005 ed ora nello YOUCAT: 1. il Credo, 2. i sacramenti; 3. i comandamenti; 4. la preghiera. Anche se per motivi didattici (soprattutto a causa di un eccesso di sapere cognitivo mnemonico) l’era dei catechismi per la lezione di religione è giunta al termine – insieme alla produzione tedesca del Grüner Katechismus (1955) 3– ci fu comunque un nuovo rifiorire di catechismi per gli adulti con una funzione diversa, e cioè in nome di un confronto consapevole con la fede: nel 1968 il Nuovo Catechismo olandese, Elle Di Ci, Leumann 1969; nel 1973 il catechismo latino-americano Vamos Caminando; nel 1985 a cura della Conferenza episcopale tedesca, il Catechismo cattolico degli adulti. La confessione di fede della Chiesa, Paoline, Cinisello B. 1989; e nel 1995 Vita nella fede. Catechismo cattolico degli adulti II, San Paolo, Cinisello B. 1997 – secondo volume per la Germania.



Aspetti positivi e limiti dello YOUCAT

Di nuovo nello YOUCAT c’è la collaborazione di 65 giovani dai diversi continenti (p. 299). I loro pensieri, le loro domande e i tentativi di risposta sono confluiti nelle annotazioni ai testi. I loro volti sono pubblicati su entrambi i versi della prima e dell’ultima pagina. Tale approccio è incoraggiante e dimostra l’apertura verso una certa forma di catechismo in un’epoca di “filosofia/teologia dei piccoli” che riconosce e apprezza le domande, le affermazioni e i pensieri dei bimbi e dei giovani nella loro dignità. I giovani vengono coinvolti nel processo di apprendimento della fede. Il loro senso della fede conta. In questo modo la chiesa viene intesa come comunità intergenerazionale di apprendimento. Nella Premessa papa Benedetto così invita con energia: «Formate gruppi e reti di studio» (p. 9).
Al Catechismo dei giovani importa mostrare «che cosa crede oggi la chiesa cattolica e a che modo si può credere in maniera ragionevole» (p. 6s.). YOUCAT intende presentare la fede della chiesa (fides quae), contenutisticamente formulabile e oggettiva, come essa si è sviluppata nella Scrittura e nella tradizione e, particolarmente, in che modo è stata formulata «dopo il concilio Vaticano II (1962-1965) e nella mutata temperie culturale» (p. 6). La fede è il punto fermo iniziale del catechismo dei giovani. Si tratta quindi di una esplicitazione della fede e non della trattazione delle premesse e nemmeno dell’atto di fede soggettivo dei giovani né dei problemi e delle aspirazioni di fondo.


Per giovani già credenti

Il Catechismo non si rivolge ai bisogni di larga parte dei giovani oggi, alla loro povertà, alle misere prospettive di milioni di giovani circa l’istruzione, l’occupazione e il lavoro. Si prendono in considerazione per lo più quei giovani che si possono permettere i viaggi costosi per le giornate mondiali della gioventù e che si immergono in un entusiasmante evento di massa. Questa piccola parte obbediente e credente è in contrasto con le ben più numerose moltitudini di giovani che da tempo hanno abbandonato la chiesa, che non partecipano più alla messa di Pasqua, cuore della fede cristiana. Le preoccupazioni e i bisogni dei giovani in ricerca e che si interrogano restano fuori. Lo YOUCAT presuppone già la fede.


Una forma piacevole

Il catechismo si presenta con uno stile di impaginazione interno ed esterno accattivante, la disposizione del testo è moderna, corredata da disegni e fotografie, ed organizzata con ampie colonne a margine. Il testo principale è strutturato in 527 domande e risposte ed è diviso nelle quattro parti precedentemente citate con i seguenti titoli: Che cosa crediamo (pp. 13-99), La celebrazione del mistero cristiano (pp. 100-159), La vita in Cristo (pp. 160-255), La preghiera cristiana (pp. 256-287). La struttura prende spunto dal Catechismo della Chiesa Cattolica, ma in esso vengono dati ulteriori commenti ed ausili per una comprensione esistenziale della fede. Le colonne ai margini forniscono di continuo materiale aggiuntivo ad libitum come citazioni dalla Bibbia, affermazioni di sante e di santi, di papi, teologi e autori vari, tratte dalle encicliche, e definizioni di espressioni tecniche e di parole non di uso corrente. Le immagini provengono prevalentemente dalla cultura liturgica cattolica. I sacerdoti nel caso dell’eucaristia sono al centro; ma sono presenti anche le donne e numerosi giovani e bambini, anche con l’esposizione di molta parte del corpo (ad esempio pp. 167 e 151).
Sono discutibili, da un lato, lo stile di domanda e risposta, e perciò una comprensione dei processi di istruzione e apprendimento, e dall’altro la forma linguistica spesso distaccata, estranea e antiquata. Lo YOUCAT inizia con la domanda nota: «Per quale ragione siamo sulla terra?» (p. 13), a cui segue la risposta : «Noi siamo sulla terra per riconoscere ed amare Dio, per fare il bene secondo il suo volere e raggiungere un giorno il cielo» (p. 13). E nelle spiegazioni vengono date la morte sacrificale di Gesù, la parola «infallibile» e l’espressione di Giovanni per Gesù come «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Un simile linguaggio assoluto intimorisce, crea distanza e presenta tutto come già chiaro. Per i giovani tali passaggi suscitano interrogativi. Più avanti alla domanda: «Può la chiesa sbagliarsi in questioni che riguardano la fede?» (p. 19) la risposta suona: «La totalità dei fedeli non può errare in materia di fede». E ancora: «Il matrimonio è insolubile per tre motivi» (p. 149). E si potrebbe facilmente moltiplicare le citazioni. Il “Catechismo dei giovani” afferma di essere comprensibile e accessibile ai giovani, ma molti passaggi non lo sono.


L’amore come principio che dà forma a tutto

In modo sorprendente lo YOUCAT si discosta in parte dalla morale tradizionale del peccato e dalla pedagogia sessuale. In esso domina l’amore come principio che tutto determina. Qui l’amore viene indicato come «forza» che rende possibile amare il prossimo e Dio. Esso deriva dall’amore preveniente di Dio e «Gesù pone l’amore al di sopra di tutti gli altri comandamenti» (p. 175). In un altro luogo «l’amore è la libera donazione del cuore» (p. 217). «La più bella forma di amore sulla terra è l’amore fra uomo e donna, con cui i due si donano per sempre l’uno all’altra» (p. 217). Così viene posto in un catechismo un accento nuovo, positivo e non di pessimismo sessuale. L’amore è immagine dell’amore di Dio e deve «segnare tutta la vita umana» (p. 217). «Amore e sessualità sono legati inscindibilmente; l’unione sessuale necessita il contesto di un amore fedele ed affidabile» (p. 219). E la sessualità viene intesa come espressione dell’amore: «[L’] unione sessuale [...] è [...] la più bella espressione, fisica e sensuale, dell’amore» (p. 218). Anche il piacere sessuale è indicato come «qualcosa di buono e di bello» (p. 219), che contraddice direttamente la tradizione dopo Agostino.
Secondo lo YOUCAT la chiesa rappresenta «un’attenzione [...] ecologica [e] integrale» (p. 227) alla quale appartengono l’amore personale e la vitalità nel senso di apertura ai figli. Contemporaneamente non sono presentate in maniera uniforme le affermazioni sulle cattive condotte sessuali, ma in modo non differenziato e in parte non di aiuto ai giovani. A proposito del sacramento del matrimonio  e del sesto comandamento si riconosce nello YOUCAT un misto della visione tradizionale nemica del sesso e – come detto – della nuova impostazione positiva. È importuno che i temi delle relazioni prematrimoniali, dell’autoerotismo e della pornografia stanno come nel Catechismo della Chiesa Cattolica insieme alla prostituzione, ai rapporti extraconiugali, all’omosessualità e alla violenza, anche se si tratta di livelli del tutto diversi. Anche lo YOUCAT vede in questi delle (grosse) «violazioni dell’amore» (p. 221). Propriamente non si sostiene il concetto di peccato personale (il peccato come «colpa di cui si è personalmente responsabili», p. 49), ma lo si sacrifica ad una comprensione oggettivistica del peccato, che ignora la situazione psicologica e sociale del singolo. Se i giovani oggi indicano la morale sessuale della chiesa come qualcosa che è fuori (megaout), che è noioso o costretto (uncool) e passato di moda (passée), trovano una qualche conferma in passaggi corrispondenti dello YOUCAT. Anche il concetto biblico di “fornicazione” è in quest’ambito troppo vago.


L’intento dello YOUCAT e il suo proseguimento

Nella Premessa Benedetto XVI si interroga su questa impresa: «Non dovremmo cercare di tradurre il Catechismo della Chiesa Cattolica nella lingua dei giovani e far penetrare le sue parole nel mondo dei giovani?» (p. 8). Questa preoccupazione è giustificata. Come è gratificante che si debba creare un sito Internet sul catechismo, che serva come Forum e prosegua la discussione sulle domande della fede. I giovani devono continuare a scrivere lo YOUCAT (cf. www.youcat.org).
Problematico è tuttavia lo stile della domanda-risposta perché non pone solo le domande ai giovani, ma fornisce pure le risposte pronte e presuppone che ci siano. Didatticamente è il contrario di una prospettiva biografica e costruttivistica attuale, e di una pedagogia e di una pedagogia della religione orientate al soggetto. Sarebbe pensabile che fossero i giovani stessi di ogni strato sociale e di ogni paese a porre le loro domande in un libro sulla fede, che fossero loro a formulare convinzioni personali di fede e che queste venissero stimate dagli adulti come contributi validi alla fede della chiesa


L’autocomprensione scientifica della pedagogia della religione

Si sente sempre che sarebbe compito della catechetica e della pedagogia della religione “far cogliere” ai bambini e ai giovani le verità della fede che la Bibbia e la sistematica rivelano, di adattarle a loro e renderle comprensibili. A ciò corrisponde la comprensione scientifica della catechetica come scienza applicata della teologia biblica e dogmatica. A partire dalla “svolta empirica” (Klaus Wegenast 1968) si comprende la pedagogia della religione quale scienza interdisciplinare di integrazione che mette a frutto i risultati delle discipline teologiche e delle scienze umane a favore dell’apprendimento religioso, lavora in correlazione e mette insieme le complesse affermazioni della fede con le esperienze fondamentali oggi dell’uomo integrando il sapere delle scienze teologiche e di psicologia dello sviluppo. La pedagogia della religione lavora oggi al fine di poter far fare agli interessati un processo di apprendimento e di acquisizione per vedere la loro vita alla luce della fede ed essere interrogati da questa fede. Lo YOUCAT ha posto con questo un inizio che ha bisogno di venir continuato.
Alla domanda se lo YOUCAT è realmente una proposta di dialogo ed è in grado, ad esempio, di dare degli impulsi anche alla lezione di religione, si può qui mettere in rilievo che esso cerca il dialogo con i giovani anche su Internet, ma che risulta ancora poco che si desideri e venga iniziato un incontro vero. Per questo sarebbe necessario un altro stile.


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Note

*) STEPHAN LEIMGRUBER
È nato nel 1948 a Windisch nel Canton Argovia (Svizzera), sacerdote della diocesi di Basilea, da molto tempo si occupa dell’insegnamento della religione e, dal 1998, è docente di pedagogia e didattica della religione alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco (Germania).

1) Il cosiddetto YOUCAT [ed. it., YOUCAT. Youth Catechism per conoscere e vivere la fede della Chiesa, Città Nuova, Roma 2011. Le indicazioni delle pagine tra parentesi si riferiscono a questa edizione] intende facilitare ai giovani la via della preghiera. Una prima parte ritma il pregare mattutino e serale su un ciclo di due settimane, mentre una seconda parte è costruita tematicamente. Un indice dei nomi e delle preghiere costituisce la conclusione di questo libro di preghiere maneggevole e dal design accattivante.

2) MARTIN LUTHER, Ausgewählte Werke 3, München 1962, 167 [trad. it., Prefazione al Grande Catechismo, in Piccolo Catechismo - Grande Catechismo (1529), in M. LUTERO, Opere scelte 1, Claudiana, Torino 1998, 119]. Cf. CHRISTINA KALLOCH  – STEPHAN LEIMGRUBER – ULRICH SCHWAB, Lehrbuch der Religionsdidaktik. Für Studium und Praxis in ökumenischer Perspektive, Freiburg i. Br. 2010 2, 31-56, qui 35.

3) Cf. PETRUS CANISIUS, Der Grosse Katechismus, a cura di Hubert Filser e Stephan Leimgruber, Regensburg 2003 [ed. it., Somma della dottrina cristiana, Camerali, Modena 1848].




© Schweizerische Kirchenzeitung. Fachzeitschrift für Theologie und Seelsorge (Luzern 47/2011, 22 novembre)
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Traduzione dal tedesco della Redazione Queriniana
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