20/02/2015
309. VISITA DEL TEOLOGO BEVANS IN QUERINIANA di Rosino Gibellini
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Bevans

Poco prima di Natale, l’Editrice Queriniana ha ricevuto la bella visita del teologo nordamericano Stephen Bevans, autore (con Roger Schroeder) dell’opera Teologia per la missione oggi. Costanti in contesto (Queriniana 2010, BTC 148).

Bevans è un grande missiologo, docente al Catholic Theological Union di Chicago. È uno dei grandi amici americani di Chicago dell’Editrice Queriniana, insieme a Robert Schreiter (dello stesso Theological Union di Chicago) e di David Tracy (della Divinity School di Chicago), che hanno collaborato all’opera Prospettive teologiche per XXI secolo (Queriniana 2003, 2006 seconda edizione, BTC 123).

Bevans era presente a Brescia nella sede di MissioneOggi dei Saveriani per illustrare il suo ultimo saggio Dialogo profetico. La forma della missione per il nostro tempo (in ed. it. presso la EMI di Bologna, 2014), in cui approfondisce la categoria di “Dialogo profetico”, come categoria di sintesi della complessità della missione cristiana nel mondo. La categoria è nata nel Capitolo generale dei Verbiti, che si interrogava che cosa è la missione oggi. I missionari indiani sottolineavano che la missione in Asia è dialogo, mentre per i missionari dell’America Latina la missione è profezia nei confronti delle strutture di oppressione che generano povertà. Si è arrivati alla sintesi, affermando che la missione è dialogo profetico. La missione come “dialogo” esprime lo stile dell’ascolto delle culture da evangelizzare, anche se non è sufficiente, e deve essere integrata con la profezia, per parlare apertamente e annunciare il vangelo della salvezza.

Con riferimento al grande libro sulla missione del teologo sudafricano David Bosch, scrive Bevans nel suo nuovo volumetto: «Il missiologo sudafricano David Bosch parla della missione fatta secondo uno stile di autentica vulnerabilità e umiltà, ma anche della missione fatta con “audace umiltà” o con “umile audacia”. Noi non abbiamo il monopolio dell’amore e della misericordia di Dio, quando offriamo il vangelo.  “Come conosciamo soltanto in parte, ma conosciamo. E crediamo che la fede che professiamo sia vera e giusta, e che debba essere proclamata”» (Dialogo profetico, 67). Queste espressioni misurate del missiologo Bosch si evolveranno nella concettualità e nella pratica del “dialogo profetico”.



Nella Antologia del Novecento teologico (Queriniana 2011, BTC 155) inserivo anche alcune pagine dell’opera di Bevans/Schroeder, Teologia per la missione oggi. Costanti in contesto, introducendole con queste parole, che definivano il concetto di “dialogo profetico” (322).

L’Ottocento sotto il profilo di storia del cristianesimo, è stato definito il secolo missionario; il Novecento, il secolo ecumenico; e il secolo XXI, in cui siamo da poco entrati, viene prospettato come il secolo di un cristianesimo mondiale, in cui l’asse si sposta dal Nord al Sud del mondo, come documentano le opere dello storico britannico-americano, teorico della «Chiesa globale», Philip Jenkins. Questo comporta dei «mutamenti di paradigma in missiologia», come ha prospettato il missiologo sudafricano David Bosch in La trasformazione della missione (1991); libro che ha avuto un seguito ad opera dei missiologi americani Bevans e Schroeder in Teologia per la missione oggi. Costanti nel contesto. La missione viene prospettata con i termini di «dialogo profetico», esprimibile in tre punti:

1. La chiesa cristiana è missionaria, perché Dio – con l’invio del Figlio e dello Spirito Santo – è missionario. La missione della chiesa è radicata nella missio Dei (espressione di Karl Barth risalente al 1932);

2. La missione va oltre il concetto di salus animarum, e di plantatio Ecclesiae, e si autocomprende più ampiamente come «servizio liberatore del Regno di Dio»: qui intervengono le proposte che vanno sotto il nome di «inculturazione» nel tempo del multiculturalismo, di «liberazione» nel divario tra Nord e Sud del mondo, e di «riconciliazione» nel contesto della globalizzazione.

3. La missione, oltre alla fondazione trinitaria, e l’orientamento al Regno, deve mantenere evidenziata la connotazione cristologica nel tempo del pluralismo religioso, di «annuncio di Gesù Cristo salvatore universale», «costanti» da mantenere nella pluralità del «contesto» linguistico, antropologico, culturale e sociale.



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Stephen B. Bevans, Roger P. Schroeder
TEOLOGIA PER LA MISSIONE OGGI
Costanti nel contesto
Biblioteca di teologia contemporanea 148 
2010 - pagine 680

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