La rivista internazionale di teologia Concilium si avvia al 50° anniversario della sua pubblicazione, che reca la data d’inizio del primo numero: 15 gennaio 1965. Con il primo fascicolo di quest’anno, 1/2014, dedicato alla tematica Vivere nella diversità, la rivista così percorre il 50° anno di attività (1965-2014), per prepararsi a celebrare il 50° anniversario a Rio de Janeiro, Brasile, nella settimana di Pentecoste del 2015.
Nell’ormai storico Editoriale, firmato da Karl Rahner e da Edward Schillebeeckx nel primo numero della pubblicazione (15 gennaio 1965) si affermava: «In confronto ai compiti immani della Chiesa in ogni paese, ogni nazione è “teologicamente sottosviluppata”. In questa rivista la teologia di ciascuna parte intende aiutare quelle delle altre nazioni a svilupparsi. Siccome ci sono molte più riviste che l’uomo della pratica possa accostare, ce ne dev’essere un’altra che faccia da guida ad esse e da rapporto ad esse. La rivista vuol essere espressione della responsabilità che la teologia cattolica porta nei riguardi della vita reale della Chiesa». E Congar rendeva questa testimonianza al programma pastorale e ecumenico della nuova rivista: «Concilium tenta di essere un radar, che prolunga nella mutazione contemporanea la grande tradizione teologica. La teologia è sempre in ricerca. Ciò è importante nel momento in cui siamo aggrediti da tanti problemi nuovi».
La rivista, in 10 numeri annui, era divisa in 10 sezioni, corrispondenti alle principali discipline teologiche: Sacra Scrittura (esegesi), Dogma, Morale, Chiesa e Mondo (teologia fondamentale), Pastorale (teologia pratica), Liturgia, Storia della Chiesa, Spiritualità, Diritto canonico, Ecumenismo; e veniva edita in otto edizioni: francese, tedesca, inglese, nordamericana, neerlandese, spagnola, portoghese e italiana. Dopo qualche anno e per circa un decennio si arriva a 10 edizioni, con l’aggiunta dell’edizione polacca e giapponese (anche se edizioni parziali in 4 numeri l’anno).
Una novità sorprendente anche per la Buchmesse di Francoforte sul Meno nel settembre-ottobre 1965: la teologia balzava al primo posto.
La rivista era nata nel fervore pastorale e teologico del concilio Vaticano II da un’idea dell’editore neerlandese, Paul Brand di Hilversum (Paesi Bassi), già durante la prima sessione (11 ottobre – 8 dicembre 1962), che, presente a Roma, cercava di aggregare attorno al suo progetto editoriale, alcune firme di teologi-periti. All’inizio vi erano difficoltà, ma il progetto si va rapidamente concretizzando, a partire dal 20 novembre 1962, quando si fa chiara la linea di rinnovamento dell’assemblea, con la richiesta di rimodellare fondamentalmente lo schema (progetto del testo) sulle Fonti della Rivelazione, il 20 novembre; richiesta accolta dal papa Giovanni XXIII il 21 novembre 1962: rimane questa la data indicata da varie ricostruzioni storiografiche dell’inizio di Concilium.
I primi teologi ad aggregarsi furono il domenicano Edward Schillebeeckx di Nimega e il gesuita Karl Rahner di Innsbruck, a cui si aggiunsero presto il domenicano francese Yves Congar, e due giovani teologi di lingua tedesca: Hans Küng di Tubinga e Johann Baptist Metz di Münster. Sono questi i Fondatori, cui si devono aggiungere due nomi di laici impegnati (e questa era già una novità per una rivista teologica): il già citato editore Paul Brand, ideatore di Concilium; e l’amministratore-presidente, esperto in bilanci ed economia, Anton van den Boogaard di Nimega.
L’organizzazione procede e a Saarbrücken – sulla linea di confine tra Francia e Germania – si tiene l’assemblea costituente della Rivista Internazionale di Teologia, Concilium, il 19-21 luglio 1963, alla presenza di 13 teologi e di due laici (ai teologi già nominati è da aggiungere in particolare anche Walter Kasper; assenti giustificati: R. Aubert, Y. Congar, J. Ratzinger). Data di fondazione della rivista: 20 luglio 1963 (documentata nel Rapport Sarrebruck le 20 juillet 1963).
I preparativi vengono attuati durante la seconda sessione del Concilio (29 settembre – 4 dicembre 1963). Nella riunione del Comitato di Direzione e di tutti i collaboratori e simpatizzanti presenti a Roma, tenuta a Roma il 28 novembre 1963, la notizia della nuova rivista viene diffusa al pubblico, in particolare ai padri conciliari. Da questa data il progetto editoriale diventa pubblico e l’Editrice Queriniana si assicura i diritti in trattative che si svolgono negli anni 1963-1964, per l’edizione italiana.
Verrà successivamente costituita la Stiftung-Concilium, il 5 giugno 1964, e il Segretariato generale della rivista, con sede propria nella città di Nimega, e successivamente all’università cattolica di Nimega.
La rivista Concilium programma tematiche e tratta problemi amministrativi nelle Assemblee generali, che si celebrano ogni anno in differenti città delle nazioni in cui si pubblica l’edizione corrispondente. Per quanto riguarda l’edizione italiana, dopo la prima storica Assemblea generale del sabato 24 ottobre 1964 a Roma (al Foyer Unitas, via S. Maria dell’Anima), l’Assemblea generale è stata celebrata a Brescia (1972), a Bologna (1989), e di nuovo a Roma (1999), in occasione del 35° anniversario (1965-1999).
Alcuni fascicoli meritano di essere ricordati, perché hanno concorso a segnare una nuova soglia della ricerca teologica: il primo fascicolo (1/1965) sull’ecclesiologia oggi, con il grande e influente articolo di Congar sul “popolo di Dio”; il fascicolo Conosciamo noi gli Altri? (2/1966), che dava inizio anche in campo teologico a una impostazione storiografica dialogica nel valutare figure e movimenti del protestantesimo e della teologia evangelica; il fascicolo Sulla crisi del linguaggio religioso (5/1973) – giudicato il più innovativo nella storia della rivista – che introduceva la prospettiva della teologia narrativa, destinata ad avere una profonda incidenza nell’ambito della teologia sistematica; il fascicolo Prassi di liberazione e fede cristiana (6/1974), che ha costituito la prima presentazione a livello internazionale della teologia latino-americana della liberazione, per una chiesa povera e al servizio dei poveri: categorie che sono diventate di attualità ecclesiale e sociale; il fascicolo Le donne nella Chiesa (1/1976), dove veniva acutamente posto il problema, che si è fatto sempre più urgente, come segnala Walter Kasper nella sua recente opera Chiesa cattolica (2011); il fascicolo Teologie del terzo mondo: convergenze e divergenze (5/1988), che nasceva dalla collaborazione della direzione di Concilium con l’Associazione ecumenica dei teologi del terzo mondo (EATWOT).
Nella storia della rivista si possono individuare alcune tappe: nel primo decennio, 1965-1972, Concilium si articolava in dieci numeri annuali scanditi secondo le discipline teologiche, e ha interpretato i grandi temi conciliari in chiave ecumenica; nel secondo decennio, 1973-1983, è stata introdotta la dimensione dell’interdisciplinarietà. Congar scriveva nel bilancio del primo ventennio di attività (10/1983): «Concilium ha già fatto uno sforzo efficace per uscire dal monopolio europeo. Non soltanto gli Stati Uniti, ma l’America Latina, l’Africa, le religioni asiatiche hanno preso la parola nella rivista. Forse non è che un inizio. Ma l’avventura è cominciata». E Rahner ammetteva: «Io credo che Concilium non debba vergognarsi del suo passato e possa invece essere riconoscente a Dio ed a quegli uomini che ne hanno reso possibile l’esistenza. Ma ritengo anche che debba continuare a vivere con coraggio e gioia, continuare ad assolvere il proprio compito: ‘opportune et importune’». Su questa linea nel terzo decennio, 1984-1996, la rivista ha introdotto due produttive sezioni: la sezione della teologia del Terzo mondo e la sezione della teologia delle donne, concorrendo decisamente ad ampliare gli orizzonti teologici.
In una quarta fase, che prende inizio nel 1997, la rivista affronta i grandi temi del dibattito culturale e teologico, coniugando interdisciplinarietà e interculturalità, articolandoli in cinque aree tematiche: 1) fede cristiana; 2) etica e forma di vita; 3) chiesa ed ecumene; 4) religione e religioni; 5) prospettive globali, corrispondenti a cinque fascicoli annuali. Rimangono queste le 5 prospettive, che trovano concretezza di trattazione nei 5 fascicoli annui, tuttora in corso, nelle attuali sei edizioni (italiana, inglese, portoghese-brasiliana, tedesca, spagnola, serbo-croata), nell’attesa di celebrare il 50° anniversario in Brasile nella settimana di Pentecoste del prossimo anno.
Alla rivista hanno dato il loro contributo anche scrittori non necessariamente teologi, come il pedagogista brasiliano Paulo Freire, lo storico romeno-americano delle religioni Mircea Eliade, il romanziere tedesco Heinrich Böll con un testo sulla gioia, il filosofo francese Paul Ricœur, e il filosofo ebreo lituano-francese Emmanuel Levinas. Una tradizione culturale da potenziare.
Nel frattempo con il fascicolo 1/2008 iniziava una nuova (quinta) fase: si spegneva la Fondazione-Concilium di Nimega, con sede all’università di Nimega, e avveniva il trasferimento della Presidenza, e del Segretariato generale, all’Asian Centre for Cross-Cultural Studies di Madras (India). Così il nuovo presidente Felix Wilfred spiegava nell’articolo programmatico Leggere i segni dei tempi. “Concilium”, compagno in un viaggio comune (1/2008): «Concilium si autocomprende oggi nella condizione di essere in cammino, in viaggio. […] Il fatto che Concilium abbia eletto un presidente da un paese in via di sviluppo è esso stesso un chiaro messaggio del viaggio compiuto attraverso confini e legami. Pure la decisione del corpo dei teologi rappresentato in Concilium di collocare la segreteria della rivista a Madras, in India, mostra come Concilium tenti di leggere i segni del tempo e di costruirsi una nuova identità in risposta ai tempi che cambiano. Concilium come rivista teologica spera di proseguire il cammino che ci si prospetta, e di continuare in maniera creativa il proprio servizio rivolto al popolo di Dio e al mondo».
© 2014 by L’Osservatore romano, sabato 7 giugno 2014
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