Stalingrado è il simbolo assoluto della barbarie del secondo conflitto mondiale. Più di 700.000 uomini morirono in quella “sacca” (
Kessel, ovvero la zona circondata dalle truppe sovietiche) in una brutale carneficina. Tra la parte russa e quella tedesca del cimitero militare a Rossoš’ (presso l’attuale Volgograd/Stalingrado) è stata ora eretta una cappella commemorativa ma anche di riconciliazione, poiché il perdono dei peccati più gravi, la disumanità più bestiale, solo Dio può donarlo.
Il luogo sacro è stato consacrato da vescovi e da un buon numero di religiosi delle chiese ortodossa, cattolica ed evangelica. L’erezione della cappella la si deve al medico bavarese Christian Holtz e al suo instancabile impegno per la comprensione reciproca. I suoi sforzi sono stati sostenuti dalla Commissione tedesca per la manutenzione delle tombe dei caduti e da imprese tedesche.
Dai due muri in arenaria si staglia una croce latina e una ortodossa in memoria del patrimonio cristiano che lega la Russia e la Germania. Nella croce c’è la sofferenza, nella croce vi è salvezza. Essa rimanda all’opera redentiva di Cristo, «e alla promessa carica di speranza della fede cristiana», come è stato detto dall’ambasciatore tedesco a Mosca, Rüdiger von Fritsch. Il Ministero russo degli esteri ha dichiarato che la cappella dovrebbe «simbolizzare la riconciliazione, l’avvicinamento e la pace tra il popolo russo e quello tedesco».
© by Christ in der Gegenwart 38 [Herder Verlag, Freiburg 18 settembre 2016]
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Traduzione dal tedesco a cura della Redazione
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