02/01/2006
64. Pensieri per il nuovo anno di Dietrich Bonhoeffer
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Aveva scritto Dietrich Bonhoeffer – di cui ricorre quest’anno 2006 il centenario della nascita (1906-2006) – sul significato del tempo: «Perduto sarebbe il tempo, nel quale noi non fossimo vissuti come uomini; nel quale noi non avessimo fatto esperienze, non avessimo appreso, creato, goduto e sofferto. Perduto è il tempo non vissuto, vuoto».Si propone all’inizio dell’anno l’ultima testimonianza teologica scritta di suo pugno da Bonhoeffer nel dicembre 1944 nel carcere di Tegel, e precisamente la poesia «Da Potenze benigne».


Circondato fedelmente
e tacitamente da benigne potenze,
meravigliosamente protetto e consolato,
voglio questo giorno vivere con voi,
e con voi entrare in un nuovo anno;

il vecchio ancora vuole tormentare
i nostri cuori,
ancora ci opprime il grave peso
di brutti giorni.
Oh, Signore, dona alle nostre anime
impaurite
la salvezza per la quale ci hai creato.

E tu ci porgi il duro calice, l’amaro calice
della sofferenza, ripieno fino all’orlo,
e così lo prendiamo, senza tremare,
dalla tua buona, amata mano.

E tuttavia ancora ci vuoi donare gioia,
per questo mondo e per lo splendore
del suo sole,
e noi vogliamo allora ricordare il passato
e così appartiene a te la nostra intera vita.

Fa’ ardere oggi le calde e chiare candele,
che hai portato nella nostra oscurità;
riconducici, se è possibile, ancora insieme.
Noi lo sappiamo:
la tua luce risplende nella notte.

Quando il silenzio profondo scende
intorno a noi,
facci udire quel suono pieno
del mondo, che invisibile s’estende
intorno a noi,
l’alto canto di lode di tutti i tuoi figli.

Da potenze benigne prodigiosamente protetti,
attendiamo consolati quello che accadrà.
Dio ci è al fianco alla sera e al mattino,
e senza dubbio, in ogni giorno che verrà.


(Da Resistenza e resa, dicembre 1944)




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Forum teologico, a cura di Rosino Gibellini
Editrice Queriniana, Brescia (UE)
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