È trascorso mezzo secolo esatto dalla pubblicazione dell’opera fondativa della teologia della liberazione, a firma di Gustavo Gutiérrez. Per celebrare l’anniversario, presso la Pontificia Universidad Católica del Perù si è tenuto un importante seminario internazionale di cinque giornate (25-29 ottobre 2021), dedicato ad approfondire la storia e l’importanza di questa corrente teologica. Di quella realtà accademica pontificia Gustavo Gutiérrez – che in Perù ha avuto i propri natali – è stato docente per ben quarantatré anni, fino al 2003. Il suo notissimo testo programmatico, di cui si celebrano appunto i cinquant’anni dalla pubblicazione, è apparso in edizione italiana, per i tipi di Queriniana, già nel 1972, ospitato nella collana «Biblioteca di teologia contemporanea». Volentieri diamo notizia dell’importante ricorrenza.
Nel 1971 Gustavo Gutiérrez pubblicò Teología de la liberación. Perspectivas, opera con la quale ha preso avvio una corrente rinnovatrice che ha saputo arricchire l’idea di cosa voglia dire fare teologia, ponendo l’accento – per quei tempi in maniera dirompente – sulla «opzione preferenziale per i poveri». Come sottolinea il card. Ravasi, cambiava tutto rispetto alla riflessione allora dominante in Europa: «Diverso era il contesto, diversi gli interlocutori, diverso il metodo, diverso l'impianto tematico. Per il mondo occidentale di matrice europea la sfida che apriva sfide brucianti era la secolarizzazione, la non credenza. Per l'orizzonte latino-americano era la non-umanità, ossia il povero, l'oppresso, lo sfruttato. Il quadro religioso non era messo in crisi da un assalto intellettuale e teorico, bensì da una società disumana che infrangeva il canone cristiano della dignità personale e della carità». Lo diceva chiaramente Gutiérrez nel suo libro:
La teologia della liberazione ci propone non tanto, forse, un nuovo tema per la riflessione, quanto un nuovo modo di fare teologia. Così la teologia come riflessione critica della prassi storica è una teologia liberatrice, una teologia della trasformazione liberatrice della storia dell’umanità e, da ultimo, anche della porzione di essa – riunita in ‘ecclesia’ che apertamente confessa Cristo;una teologia che non si limita a pensare il mondo, ma che cerca di porsi come un momento del processo attraverso il quale il mondo è trasformato: aprendosi, cioè, al dono del regno di Dio, nella protesta di fronte alla dignità umana calpestata, nella lotta contro lo sfruttamento dell’immensa maggioranza degli uomini, nell’amore che libera, nella costruzione di una nuova società, giusta e fraterna.
Due eventi avevano preceduto e influenzato l’elaborazione della teologia della liberazione: il concilio Vaticano II, che tra il 1962 e il 1965 aveva visto riuniti i rappresentanti della chiesa universale, e la conferenza di Medellín del 1968, che ebbe un impatto enorme tra i membri del Consiglio episcopale latinoamericano e dei Caraibi (CELAM). Il ritorno alle fonti del vangelo, l’apertura al mondo contemporaneo, la promozione del dialogo ecumenico, la riforma liturgica, l’impegno attivo dei laici nella società, la solidarietà verso i poveri: queste le principali riforme introdotte.
Tuttavia, inizialmente la teologia della liberazione venne messa in discussione dai settori più conservatori della chiesa. Alcuni credono addirittura che Gutiérrez sia stato sanzionato da Roma, cosa che non è mai avvenuta. In realtà il teologo peruviano è sempre stato parte della chiesa cattolica, la quale, come ogni grande istituzione, ha al proprio interno rappresentanti di diverse sensibilità e linee di pensiero. Di recente, anzi, sotto la guida di papa Francesco, il Vaticano ha riconosciuto espressamente l'influenza e l'attualità della corrente teologica nata in America latina per promuovere una chiesa al servizio delle maggioranze povere dell’umanità.
Gustavo Gutiérrez è nato a Lima l’8 giugno 1928 ed è cresciuto insieme a due sorelle più piccole. Una osteomielite lo costrinse a studiare a casa, rendendolo un avido lettore. Questa passione per la conoscenza ha reso sempre più solida la sua aspirazione per la carriera accademica. Per quasi tre anni studiò sia medicina sia letteratura finché, nel 1950, non lasciò entrambi i corsi per seguire la vocazione al sacerdozio, proseguendo gli studi in ambito teologico. Fu ordinato sacerdote all’età di 31 anni, nel 1959. Ancora seminarista, però, negli anni Cinquanta, aveva intrapreso dei viaggi nel Vecchio Continente per perfezionare la propria preparazione: studiò filosofia e psicologia a Lovanio nonché teologia a Lione; dopo l’ordinazione proseguì gli studi teologici sia a Roma, alla Gregoriana, sia a Parigi, all’Institut Catholique.
Nel 1965 partecipò al concilio Vaticano II come osservatore e collaboratore del card. Juan Landázuri e di mons. Larraín, presidente del CELAM, mentre nel 1968 era a Medellín per la conferenza che tanto influenzò la successiva teologia della liberazione. Nel decennio successivo entrò a far parte dell’équipe teologico-pastorale del CELAM. Dal 1974 al 1980 diresse l’Instituto Bartolomé de las Casas, di cui è anche fondatore. Nel 1979 partecipa alla conferenza del CELAM a Puebla (Messico), insieme a personaggi della levatura di mons. Hélder Câmara, di Aloysius Lorscheider, di Leonidas Proaño. Tra il 1980 e il 2000 è stato responsabile della chiesa del Cristo Redentore, a Rímac (nella regione di Lima). Da ultimo, nel 2009, all’età di 81 anni, è entrato a far parte dell’ordine domenicano, cui apparteneva anche Bartolomé de las Casas.
Gutiérrez è stato un autore prolifico: ha pubblicato decine di articoli accademici e di divulgazione, e svariati libri di approfondimento degli aspetti della teologia della liberazione, molti dei quali sono stati tradotti in italiano da Queriniana. Per i meriti della sua brillante carriera accademica e pastorale, è stato insignito di più di trenta lauree honoris causa e di altri riconoscimenti da parte di varie università e istituzioni (per esempio la Legion d'onore nel 1993 o l’American Academy of Arts and Sciences nel 2002), peruviane e straniere.
Per celebrare il cinquantesimo anniversario della Teologia della liberazione e per approfondire il contributo e il significato di questo libro, il dipartimento di teologia della Pontificia Università Cattolica del Perù, l’Istituto Bartolomé de Las Casas e il Centro de Estudios y Publicaciones hanno organizzato un evento che, nell’arco di cinque giornate di studio, ha avuto luogo dal 25 al 29 ottobre 2021. Il programma può essere consultato qui.
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