06/03/2015
310. NEL TEMPO DELLA GLOBALIZZAZIONE Conversazione tra Filippo Rizzi (Avvenire) e Rosino Gibellini per il 50° anniversario di Concilium
Ingrandisci carattere Rimpicciolisci carattere

Concilium

L’articolo-intervista, apparso su “Avvenire” (13 gennaio 2015),
“Agli avamposti”,
continua in questa conversazione.

 



1. Quale bilancio si sente di tracciare di questi 50 anni di vita della rivista?

Sono stati anni, durati mezzo secolo, di intensa attività internazionale: si è così costituita una comunità culturale di circa 200/300 teologi e teologhe che formano la comunità di Concilium (da attivare e da ampliare) come servizio, differenziato e plurale, alla missione della chiesa nel mondo contemporaneo.


2. Che cosa ha significato per Lei e per la teologia italiana il senso di questa rivista internazionale? Quanti ricordi o aneddoti conserva ancora sulla nascita di questa rivista? Che cosa ha significato per lei e indirettamente per Rahner, Congar e Schillebeeckx il senso della fondazione di questa rivista nel 1965?

Il sottotitolo di Concilium è Rivista internazionale di teologia. Oltre a cinque grandi teologi, universalmente conosciuti, ha anche due laici nella fondazione; ha una presidenza, un consiglio di direzione e un comitato scientifico che si allargano ai cinque continenti. È pubblicata attualmente in sei lingue, anche se è da ricuperare il francese e il polacco (che esistevano agli inizi). Nel gender (genere) ha un pari numero di collaboratori e collaboratrici. Era e rimane un progetto internazionale unico, in quanto mancava e manca il corrispettivo anche filosofico, o scientifico.

La prima informazione sulla nuova rivista l’ho ricevuta da Karl Rahner in una conversazione a Innsbruck, quando il progetto non era stato ancora reso pubblico. Ulteriori informazioni ho ricevuto da p. Alfaro della Gregoriana, e, con concrete informazioni editoriali da Magnus Löhrer di Sant’Anselmo. I contatti furono poi direttamente con Paul Brand, l’editore olandese di Hilversum, che si può considerare come l’inventore e il primo coordinatore di Concilium.  Ho partecipato a Hilversum nel luglio 1964 alla prima riunione editoriale di Concilium, con la presenza degli editori internazionali, di Rahner e di Schillebeeckx.


3. Come vede il futuro di Concilium per i prossimi 50 anni?

Ancora 50 anni sono troppi. Ma il progetto – almeno per qualche tempo – mantiene la sua attualità nell’era della globalizzazione e della necessità di informazioni solide della varietà dei movimenti culturali, e, corrispondentemente, di orientamenti teologici. Intanto si inizia il nuovo percorso, con il trasferimento della sede della presidenza coordinatrice da Nimega (Paesi Bassi) a Madras, in India, per captare con rapidità le nuove voci: geografiche, linguistiche, culturali, religiose, cristiane.


4. Perché, a suo giudizio, Concilium è stata e forse sarà ancora una rivista di “rottura” nel campo della teologia?

Concilium si è sempre definita una rivista cattolica con apertura ecumenica. Non intende essere di “rottura”, ma espressione di una new catholicity, di una nuova cattolicità – come si dice ora – che rispetta le differenze e le accoglie in un orizzonte ampiamente ecumenico. E convive con altre riviste – e con altri programmi editoriali – non in polemica ma nella coscienza – secondo la nuova espressività – di una “mutual accountability”, di “responsabilità reciproca e condivisa” nei confronti della causa del Vangelo nel mondo.


5. Anticipazioni?

L’edizione italiana di Concilium, a 50 anni di distanza dalla sua prima pubblicazione, gode buona salute: tra le attuali sei edizioni, è la prima per numero di abbonamenti. Si tratta di potenziare questa realizzazione.

Per il 50° anniversario di Concilium, l’Editrice Queriniana ha realizzato, su proposta e a cura di Gianluca Montaldi, un Indice generale 1965-2014 (pubblicato e commercializzato esclusivamente in versione digitale) articolato in 3 parti: la prima parte elenca tutti i fascicoli della rivista; la seconda riporta l’indice degli autori che hanno contribuito a vario titolo ai fascicoli; nella terza, gli articoli sono presentati in unità tematiche. Uno strumento di consultazione di grande utilità bibliografica e teologica.

Tra i nuovi autori da invitare per analisi e collaborazioni, oltre alla nuova generazione, segnalerei: Taylor e Casanova per religione e società; Amartya Sen e Piketty per religione e economia; Jenkins per la chiesa globale; Bevans e Sievernich per la missione cristiana tra le nuove culture; Joas per i diritti umani; Sweetman per religione e scienza; Halík per la teologia dell’Est europeo; Michela Murgia e Elizabeth Green per il nuovo pensiero femminile; Caputo e Rieger per la teologia postmoderna; Agamben e Žižek per le nuove sensibilità filosofiche e culturali; proporrei anche l’analisi critica della grande “Dogmatica in prospettiva ecumenica” di Otto Hermann Pesch (che ci ha recentemente lasciato).

La migliore celebrazione del 50° anniversario sarebbe procedere, nello spirito della storia di Concilium, nella scelta degli scrittori (che possano già esibire alcuni libri tradotti in altre lingue) e nella progettazione delle nuove tematiche con costante sguardo internazionale, cattolico ed ecumenico.




© 2015 by Teologi@Internet
Forum teologico diretto da Rosino Gibellini
Editrice Queriniana, Brescia (UE)  

"
Teologi@Internet: giornale telematico fondato da Rosino Gibellini