Fin dagli esordi la produzione editoriale di Queriniana in ambito liturgico si è contraddistinta per l’abbondante presenza di una sussidiazione di qualità al servizio della riforma conciliare e così pure per una costante attenzione scientifica al profilo teorico della neonata disciplina liturgica.
Almeno due opere di grande impatto hanno “fatto storia”, a livello sia italiano sia internazionale: Nelle vostre assemblee, diretta da Joseph GELINEAU (l’edizione in un unico volume risale al 1970) e, prima ancora, i quattro densi volumi de La chiesa in preghiera, diretti da Aimé Georges MARTIMORT (giunti alla terza edizione, nell’originale francese, già nel 1965, e pubblicati in edizione rinnovata negli anni Ottanta). Più volte riediti e tutt’ora vivi in catalogo, quei testi rappresentano un passaggio cruciale nella coscienza ecclesiale del Novecento: e questo per almeno due motivi. Da un lato, infatti, testimoniano l’assurgere della liturgia da mera questione di rubriche a materia di studio: scienza a pieno titolo, contraddistinta da una propria dignità teologica. Dall’altro, entrambi accompagnano, illustrandone prevalentemente il versante “teorico”, il grande sforzo “pratico” di riforma dei libri liturgici e di aggiornamento degli stili celebrativi, attuati in ossequio alla volontà dei padri conciliari. Nell’uno come nell’altro caso, la stella polare era il dettato di Sacrosanctum concilium, una sorta di “precipitato” del Movimento liturgico.
Se facciamo un salto in avanti di almeno tre decenni, molto più vicini a noi troviamo altri due testi che si possono collocare nel filone dei manuali scolastici di liturgia. L’uno è Liturgia. La dimensione storica e teologica del culto cristiano e le sfide del domani, opera del gesuita statunitense Keith F. PECKLERS (Brescia 2007: esce la ristampa proprio in questi giorni). L’altro è La liturgia, fede celebrata. Introduzione allo studio della liturgia (Brescia 2008), ed è opera di un giovane studioso tedesco: Alexander SABERSCHINSKY. Le due opere si distinguono ciascuna per un ventaglio di peculiarità che le rendono, in qualche modo, complementari. Se il secondo manuale si intende precisamente come una introduzione alla liturgia intesa come scienza, e si dedica perciò alla comprensione che la disciplina teologica ha di se stessa, nell’intreccio con le altre materie (pratiche e non) del curriculum teologico, il primo dei due testi si caratterizza per l’ariosità dell’orizzonte, nel tratteggiare un campo di studio che affonda le proprie radici nel passato remoto, ma sa interpellare anche l’oggi ecclesiale. Entrambi i libri concludono il loro ragionamento dedicando uno sguardo al futuro: Saberschinsky riserva un capitolo alle «nuove sfide per la liturgia», Pecklers guarda a nodi delicati come l’inculturazione, la religiosità popolare e il culto aperto alla dimensione sociale.
C’è un altro volume che si chiude dilatando programmaticamente lo sguardo oltre l’attualità e delineando «Il rinnovamento liturgico come compito permanente» nella chiesa: è il celebre Corso di liturgia di Adolf ADAM e Winfried HAUNERLAND. Queriniana lo sta dando alle stampe in una nuova edizione, completamente riveduta e aggiornata. Si tratta di un compendio di liturgia la cui prima comparsa in Germania, ad opera del solo Adam, risale al 1985. Già sul piano cronologico, allora, esso si pone a metà strada fra i due blocchi di manuali appena individuati: fra le opere teologicamente impegnate della generazione formatasi in pieno Movimento liturgico, da una parte, e le opere della generazione più giovane, che per il culto cristiano avverte l’urgenza di una messa a punto filosofica, antropologica, pastorale (e non soltanto di una fondazione teologica), dall’altra. Rispetto a quello spartiacque che è la riforma liturgica, allora, il Corso di liturgia poteva già offrire «una esposizione generale sulla liturgia, tanto nel suo insieme, quanto nei suoi vari settori», tentando una sintesi ponderata. Tuttavia dalla metà degli anni Ottanta ad oggi sono stati pubblicati (o ripubblicati) nuovi libri liturgici, nella scienza liturgica si sono avuti importanti sviluppi (favoriti dall’interdisciplinarità), il percorso stesso della riforma è stato problematizzato dalla concessione dell’uso dei libri liturgici preconciliari.
Ecco allora che, scomparso lo stesso Adam (nel 2005), la fatica di una nuova edizione che aggiornasse e risistemasse i dati esposti è stata affidata a Winfried Haunerland. Costui, liturgista di Monaco di Baviera, ha provveduto a integrare e, laddove necessario, a riscrivere il fortunato compendio di Adam, pur mantenendone inalterata la struttura di fondo, quindi lo sguardo a 360 gradi. Il metodo di intervento e il risultato conseguito vengono precisati nella Prefazione: «In ogni capitolo mi sono sforzato di tener conto dello sviluppo degli ultimi decenni, affinché in tal modo siano effettivamente trasmesse le conoscenze fondamentali necessarie per il presente. Spero così che il Corso di liturgia, nella sua forma attualizzata, possa fornire di nuovo a molti un orientamento affidabile sulla liturgia della chiesa e comunicare a chi la studia il necessario sapere di base sulla scienza liturgica, per lo studio della teologia in generale e della scienza liturgica in particolare».
E così la sfida è lanciata. Un ulteriore tassello va a collocarsi nel variegato mosaico complessivo della teologia contemporanea.
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