28/04/2014
283. LE SOLLECITAZIONI DI KASPER VERSO IL SINODO di Giannino Piana
Ingrandisci carattere Rimpicciolisci carattere

Piana

Il volumetto del card. Kasper, Il vangelo della famiglia, contiene la relazione, tenuta a Roma in occasione del concistoro straordinario dei cardinali dello scorso febbraio, con l’intento di fornire la base teologica per la discussione pastorale del Sinodo straordinario dei vescovi dell’autunno 2014 e di quello ordinario del 2015, ambedue dedicati alle Sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. La riflessione di Kasper prende anzitutto avvio da una rapida analisi dei cambiamenti intervenuti nell’ambito della famiglia negli ultimi decenni, mettendone a fuoco le ambivalenze – si pensi soltanto all’aumento delle convivenze e dei fallimenti matrimoniali – e rilevando realisticamente l’abisso esistente tra le posizioni tradizionali della Chiesa e le convinzioni vissute di molti cristiani.

Ma la preoccupazione maggiore di Kasper è che venga meno, anche tra i credenti, la percezione del “Vangelo del matrimonio” che, lungi dall’essere un codice giuridico, è piuttosto – sono parole sue – “la luce e forza della vita, che è Gesù Cristo”. Per questo egli si propone anzitutto di annunciare la bellezza di questo lieto messaggio, ripercorrendo le grandi tappe della rivelazione – dai racconti della creazione (Gen 1-2) ai testi neotestamentari dei Sinottici e di Paolo – allo scopo di mettere in luce il significato originario della famiglia, fondata su un ordine che riflette la natura dell’uomo, e di rendere insieme trasparente il significato nuovo da essa assunto nel quadro della redenzione.

Nel delineare questa prospettiva ideale Kasper non manca tuttavia di segnalare anche le “dure realtà” che connotano l’esperienza matrimoniale e familiare, ponendole in stretto rapporto con la presenza, fin dall’inizio, di strutture di peccato (Gen 3), che spiegano l’alienazione dei rapporti umani come conseguenza dell’alienazione dell’uomo da Dio. Come non manca di rilevare il profondo mutamento che investe il matrimonio grazie al suo inserimento nel contesto del regno di Dio; mutamento che rende anche ragione della dottrina dell’indissolubilità radicale, la quale va dunque inscritta nel contesto di una visione specificamente cristiana della vita matrimoniale.

Kasper affronta poi, a partire di qui, la questione della pastorale dei divorziati risposati. Le risposte date dalla Chiesa, dopo la celebrazione del Vaticano II, hanno sempre più privilegiato forme di accoglienza e di accompagnamento, suggerendo l’adozione di pratiche extrasacramentali di salvezza. Kasper si chiede se è questa l’unica strada percorribile, o se non diventi necessario un cambiamento di paradigma, che, partendo dalla considerazione della situazione nella prospettiva di chi soffre e chiede aiuto, spinga la Chiesa ad ammettere anche la possibilità di accesso alla pratica sacramentale.

Due sono, a tale proposito, le situazioni sulle quali Kasper si sofferma. La prima è quella di divorziati risposati soggettivamente convinti in coscienza della non validità del loro precedente matrimonio, i quali non hanno tuttavia la possibilità di dimostrarlo mediante la via canonica. In questo caso egli ipotizza il ricorso ad altre procedure pastorali, come il fare appello a un prete con grande esperienza spirituale che, conoscendo direttamente la persona, si assuma la responsabilità del discernimento circa la validità del primo matrimonio consentendo, laddove risulti invalido, l’accesso ai sacramenti.

La seconda situazione riguarda invece quei divorziati risposati che riconoscono la validità del loro primo matrimonio, ma il cui legame matrimoniale si è irrimediabilmente spezzato e che sono passati a seconde nozze. Rifacendosi al trattamento riservato nella Chiesa delle origini ai lapsi e agli adulteri e facendo propria la posizione di alcuni autorevoli Padri, Kasper sollecita l’adozione di una pastorale che vada oltre il rigorismo e il lassismo e che, dopo un congruo periodo di penitenza – il rimando è qui alla pratica penitenziale canonica quale seconda tavola di salvezza – renda possibile l’accostamento dei divorziati alla comunione eucaristica.

I criteri etici richiamati nel libro, che vanno dalla legge della gradualità al principio dell’epikeia, costituiscono altrettanti supporti fondativi della prassi pastorale esposta, la cui messa in atto esige tuttavia – Kasper lo sottolinea con forza – la capacità di un discernimento, che implica una grande saggezza spirituale e pastorale. 

 

© by Missione Oggi 4/2014
© 2014 by Teologi@Internet
Forum teologico diretto da Rosino Gibellini
Editrice Queriniana, Brescia (UE) 

 

Giannino Piana
INTRODUZIONE ALL'ETICA CRISTIANA

Editrice Queriniana, Brescia 2014

Giornale di teologia 367
pagine 264

 





 

"
Teologi@Internet: giornale telematico fondato da Rosino Gibellini