La tradizione dei dizionari o dei lessici di argomento teologico è piuttosto antica, ma volendo circoscriverla alla sola epoca moderna e contemporanea possiamo affermare che la vera e propria svolta si è verificata nei secoli XVI e XVII, allorché con la Riforma protestante e la Riforma cattolica del Concilio di Trento si sentì l’esigenza da una parte e dall'altra dei due versanti di chiarire con precisione le rispettive convinzioni in materia di fede. Di questo clima fa ad esempio parte il
Lexicon theologicum complectens vocabulorum descriptiones, diffinitiones & interpretationes del teologo cattolico ed umanista tedesco Johannes Altenstaig. Gli studiosi tedeschi da quel tempo non hanno cessato di produrre in buon numero opere di questo tipo, redatte sempre in forma il più possibile esaustiva e con crescente rigore sotto il profilo scientifico. Dal Cinquecento ad oggi un'altra importante novità è che i dizionari di teologia o dei testi teologici hanno cessato di essere il prodotto di specialisti appartenenti a una singola confessione cristiana e hanno assunto un maggiore respiro pluralistico, vedendo spesso lavorare insieme in perfetto accordo teologi e storici cattolici e protestanti. Di questo clima culturale e teologico è l'espressione anche il Lessico delle opere teologiche, pubblicato in Germania nel 2003 e di recente tradotto integralmente in italiano a cura di Gianni Francesconi e Rosino Gibellini.
Si tratta infatti di un corposo volume frutto del lavoro di una speciale commissione ecumenica di teologi e teologhe, esperti nelle diverse articolazioni delle scienze teologiche e dei diversi periodi della storia della teologia; commissione guidata dal cattolico Bernd Jochen Hilberath e dall'evangelico Eberhard Jüngel, coadiuvati da Michael Eckert e da Eilert Herms delle facoltà teologiche cattolica ed evangelica di Tubinga. Tantissimi e qualificatissimi risultano poi gli estensori delle oltre mille voci del Lessico, tra i quali spiccano non pochi famosi esponenti del pensiero cristiano contemporaneo. In ordine alfabetico, ma citando i titoli di norma nella loro lingua originale, vengono prese sicuramente in considerazione tutte le opere teologiche principali della storia del cristianesimo dall'epoca patristica al XX secolo, mentre non mancano neppure alcune voci dedicate a scritti meno noti. Per alcuni autori fondamentali sono riportate tutte le opere a carattere teologico, come ad esempio accade per Agostino di Ippona, Martin Luther e Tommaso d'Aquino, tanto che risulta difficile segnalare delle lacune o trovare qualche omissione, come invece solitamente avviene per ampie opere di sintesi come questa.
Tanta ricchezza e completezza nei testi schedati hanno ovviamente costretto i redattori a stilare i singoli lemmi in maniera succinta ed essenziale; nonostante ciò essi offrono tutte le informazioni fondamentali riguardo alle opere, al loro contenuto, alle edizioni più importanti, alla bibliografia e i titoli sono sempre tradotti in lingua italiana. Particolarmente utile risulta infine l'indice analitico ordinato per autore posto in fondo al volume, perché consente di individuare subito tutti gli scritti dei singoli teologi e di visitare in sequenza le relative voci. Qui si nota pure come non siano stati "sacrificati" i saggi dei teologi contemporanei (es. Küng, Panikkar, Pannenberg, Schillebeeckx, Ratzinger, Metz, Kasper, etc.), come purtroppo è accaduto in altre analoghe circostanze. In sintonia con la piena acquisizione del Concilio Vaticano II del fatto che la teologia come l'inculturazione si sviluppa nel corso delle epoche storiche, il Lessico delle opere teologiche colma dunque a suo modo una lacuna nella storia recente della teologia e si dimostra un valido punto di riferimento per tutti i cultori degli studi teologici.
© by R. Timossi, in Avvenire 3 febbraio 2016
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