Ospite del Festival della Missione che si è tenuto a Brescia (12-15 ottobre 2017), l’arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, si è concesso ieri un «fuori programma», realizzando un desiderio coltivato da tempo: tornare nei luoghi delle radici dei due Papi del Concilio. Così verso le 13, accompagnato da don Michele Falabretti (responsabile del servizio per la pastorale giovanile alla Cei) e accolto dal parroco monsignor Claudio Dolcini è arrivato a Sotto il Monte Giovanni XXIII; successivamente da qui nel tardo pomeriggio ha raggiunto Concesio. È stata l’occasione per ribadire a quanti lo hanno avvicinato il suo grande affetto per il Pontefice bergamasco che ha aperto il Vaticano II e il Pontefice bresciano che lo ha portato a conclusione. Affetto, ma anche conoscenza approfondita, in particolare del loro ruolo nella svolta nella Chiesa e nella società che la grande assise ha determinato.
Ordinato sacerdote nel 1982, studi negli Stati Uniti dove è stato allievo del teologo Joseph Komonchak della Catholic University of America, a Washington, Tagle ha lavorato a lungo sul Concilio, distinguendosi in particolare nel confronto fra le tesi di Suenens («Ecclesia ad intra», «Ecclesia ad extra») con quelle di Montini («Missione e mistero della Chiesa») e, successivamente, scrivendo una tesi intitolata «Collegialità episcopale nell’insegnamento e nella pratica in Paolo VI». I suoi studi montiniani gli hanno inoltre consentito di partecipare a più di uno dei colloqui internazionali organizzati dall’Istituto Paolo VI e di recare il suo contributo alla «Storia del Concilio Vaticano II», la collana diretta da Giuseppe Alberigo e Alberto Melloni per la Fondazione per le Scienze religiose di Bologna (in particolare intervenendo nel IV volume con la ricostruzione e l’interpretazione di uno dei passaggi del Vaticano II più delicati e complessi, la “settimana nera” - dal 14 al 21 novembre del 1964 - quella in cui Paolo VI incalzato dalla minoranza conciliare inserì la cosiddetta «Nota Explicativa Praevia» a ribadire il primato del Papa).
Se Tagle conosceva già Concesio e Brescia (dove alla fine degli anni Ottanta si era fermato un paio di mesi, sempre per motivi di studio, ospite dell’Istituto Piamarta e del teologo padre Rosino Gibellini, direttore dell’editrice Queriniana), per il cardinale filippino è stata l’occasione della prima volta a Sotto il Monte. Qui la sua visita è cominciata dalla casa natale, dove Angelo Giuseppe Roncalli venne alla luce il 25 novembre 1881; è continuata nella vicina chiesa di Brusicco dove si è fermato sia innanzi al fonte battesimale, sia innanzi alla lapide marmorea portata qui dalle Grotte vaticane dove era stato seppellito Giovanni XXIII prima di essere esposto nella basilica di San Pietro. Quindi dopo una sosta per il pranzo - a Ca’ Maitino, l’antica casa di Roncalli sede di una raccolta di memorie da alcuni giorni non più custodita dalle Suore delle Poverelle, ma affidata alla parrocchia - si è trattenuto a pregare nella cripta del «santuario» davanti al crocifisso un tempo posto innanzi al letto di morte di Papa Giovanni. Alla fine della visita, nel «Giardino della Pace», il Cardinale ha confidato di aver apprezzato in particolare il silenzio di alcuni ambienti visitati, in grado di rafforzare il raccoglimento interiore per esprimere la dimensione di «spiritualità incarnata nella cultura dei semplici» che sta dentro la «forza evangelizzatrice della pietà popolare», pure oggetto della «Evangelii gaudium». E ha manifestato l’auspicio di poter ritornare.
Verso le 17 Tagle è poi giunto a Concesio, dove da poco si è conclusa la diciottesima edizione della «settimana montiniana». Ad accoglierlo all’arrivo insieme ai collaboratori dell’Istituto Paolo VI anche il parroco di Concesio VI don Fabio Peli. Nella sede dell’Istituto il Cardinale si è intrattenuto con il presidente, il teologo don Angelo Maffeis. Lì ha firmato il libro dei visitatori e visitato l’archivio personale di Paolo e la biblioteca. Con una certa emozione ha sostato innanzi ad alcune carte, come le lettere giovanili del futuro Papa ai genitori. Tagle anche qui ha ricordato la sua ammirazione per il Papa bresciano e il lavoro dell’Istituto a lui ben noto, sin dai tempi in cui la sua sede era in città, in via Gezio Calini. Poi si è recato alla vicina casa natale di Montini. Una visita fugace. E, subito il ritorno a Brescia dove ha celebrato Messa nella basilica di San Faustino e ha incontrato la comunità filippina locale. «Saluti dalle Filippine», ha gridato ai suoi connazionali salutandoli. Poi li ha invitati a pensare sì al lavoro, ma anche a diventare «missionari di una fede semplice» - come quella del paese asiatico più cattolico, le Filippine - «nelle case degli italiani».
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