06/07/2016
347. L’EPISTOLARIO RUDOLF BULTMANN – MARTIN HEIDEGGER 1925-1975 di Rosino Gibellini
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Il Carteggio tra i due grandi pensatori Rudolf Bultmann (1884-1976) e Martin Heidegger (1889-1976), edito in edizione originale tedesca nel 2009 (e ora anche in edizione spagnola presso Herder di Barcellona) è un libro di grande documentazione che interessa sia la storia della filosofia, come la storia della teologia.
È una Corrispondenza che si sviluppa per circa mezzo secolo, dal 1925 al 1975. Nasce da una sorprendente amicizia tra due uomini solitari, fin dal loro primo incontro, a partire dal 1923, quando Heidegger, discepolo di Husserl a Freiburg, dopo l’abilitazione, arriva come docente a Marburg, città di provincia dell’Assia, e qui incontra l’esegeta Bultmann, che vivrà la sua docenza a Marburg per tutta la vita. Heidegger invece riceverà la chiamata da Freiburg, e insegnerà poi in questa città della Foresta Nera fino alla fine della seconda guerra mondiale.
La corrispondenza è discontinua: più intensa nei primi cinque anni, si passa nel 1928 dal Lei distanziante al Tu familiare e rimarrà così fino al termine del carteggio. Heidegger seguirà il corso di Bultmann sulla teologia paolina (intervenendo anche attivamente con un intervento sulla teologia di Lutero); e Bultmann seguirà il corso di Heidegger, che pubblica nel 1927 il grande libro Essere e tempo
Heidegger era sedotto dalla perizia ermeneutica dell’esegeta Bultmann, e cercava di carpire la comprensione cristiana dell’esistenza. Bultmann era preso dalla intensità interpretativa della riflessione filosofica e prendeva molti appunti, che, sappiamo da altre fonti, mostrava anche a Barth. Molta parte del carteggio riguarda notizie accademiche e personali, e non hanno significato culturale. I due autori si frequentano, ma non seguono i loro sviluppi dottrinali; è il tema dell’esistenza che li accumuna, nella differenza dei loro punti di riferimento: «Per Heidegger è la chiamata dell’essere; per Bultmann è la parola di Dio», come precisa Jüngel nel dotto Prologo all’edizione del carteggio, curato da esperti degli Archivi dei due pensatori.
Anno critico è il 1933 per il discorso del Rettorato di Heidegger, che trova Bultmann critico, ma non rompe l’amicizia, che continua, come risulta dalla dedica ad Heidegger del vol. 1 dell’opera Credere e comprendere edita nel 1933 e dedicata ad Heidegger, con dedica ripetuta in una riedizione posteriore del 1954 (risulta anche dalla edizione italiana dell’opera di Bultmann). È una amicizia mossa da “Eros intellettuale” (Jüngel). L’edizione è integrata da una Appendice di testi preziosi, e non facilmente reperibili. 
Interessante e commovente la lettera finale inviata in data 17 agosto 1974, dove il vecchio di Freiburg saluta il vecchio di Marburg, in occasione del suo novantesimo compleanno. Proponiamo questa lettera di commiato:


Martin Heidegger a Rudolf Bultmann

Freiburg, 17 agosto 1974

«Caro amico:
Hölderlin intitolò uno dei frammenti delle sue poesie “La prima realtà che noi incontriamo”. Mi pare che entrambe le cose siano sempre per noi mortali: la gratitudine.
All’inizio del nostro cammino nell’epoca degli studi, nessuno di noi ebbe anche solo un presentimento che ci si concedeva il dono singolare di passare cinque anni di comune attività docente, di un incontro che stimolava ogni volta di nuovo con una giovinezza sveglia, desiderosa di rigore nel lavoro e insieme allegra, il dono di conversazioni amichevoli sempre interessanti, e quello della simpatia spontaneamente sorta delle nostre famiglie.
Però il fatto è che questo è avvenuto. Il suo silenzio e la sua ripercussione pubblica non possono calcolarsi. L’autentica irradiazione continua ad essere un mistero, non è un nostro merito e, tuttavia, appartiene al corso della nostra vita ed esige, di conseguenza, una attualizzazione costantemente nuova, accompagnata da un esame di se stessa.
A questa irradiazione segue la gratitudine, che permane fino a una età alta e insieme suprema.
Che il delizioso di questo ricordo ti illumini come una luce silenziosa e invisibile, nel tuo novantesimo compleanno […].
Goethe scrisse una volta nei suoi ultimi anni:
“Anche in giardini differenti
cadono frutti dall’albero allo stesso tempo”.
Ricordando e ringraziando in amicizia fedele, ti saluto, saluto te e la famiglia che ti è rimasta, e lo faccio pure a nome di mia moglie, con un ricordo della tua, deceduta, però ancora vicina tra noi. Tuo, Martin Heidegger».

Per una presentazione comparativa tra Heidegger e Bultmann si può rimandare a La teologia del XX secolo, al capitolo sulla “Teologia esistenziale”.


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