È morto ieri, 27 novembre 2019, il gesuita Juan Carlos Scannone, ottantottenne teologo argentino, presente nel catalogo Queriniana con il volume La teologia del popolo, nella collana «Biblioteca di teologia contemporanea», che raccoglie i grandi nomi della teologia contemporanea.
Classe 1931, argentino di Buenos Aires, dal 1949 membro della Compagnia di Gesù, padre Scannone è stato professore presso il Collegio Massimo di San Miguel in Argentina, presso l’Università di Friburgo i.B. (Germania) e presso l’Università Gregoriana di Roma, ed è stato anche membro di numerosi organismi accademici ed ecclesiali latinoamericani. In qualità di perito, ha accompagnato il cammino del CELAM in questi ultimi decenni.
Padre Scannone è da ricordare tra i principali esponenti della “teologia argentina del popolo e della cultura“, che egli stesso spiegava come un modello universalizzabile di inculturazione della teologia mediante la sapienza e la pietà del popolo di Dio incarnato nei popoli della terra. Secondo Scannone, inoltre, proprio la teologia del popolo spiega molti dei gesti e delle riflessioni di papa Francesco. Nata all'indomani del Concilio, nella stagione della teologia della liberazione, essa - sull'onda delle riflessioni dei pionieri Lucio Gera e Rafael Tello - privilegia le categorie della storia e della cultura alla sociologia e prende una distanza critica dal metodo marxista, poiché estraneo alla cultura del popolo. Le tracce di tale orientamento teologico - spiega il teologo argentino proprio nel libro La Teologia del popolo. Le radici teologiche di papa Francesco - emergono con forza in Evangelii gaudium. A cominciare dalla sottolineatura del popolo fedele di Dio e del suo volto pluriforme, poiché esso si incarna nei popoli della Terra e nelle loro culture. In tale contesto, la mistica popolare diviene luogo teologico, ovvero di incontro concreto con Cristo. Proprio il continuo riferimento alla storicità e alla sua realtà dinamica e relazionale, collocano la teologia del popolo a incommensurabile distanza da ogni «teologia populista». Francesco, dunque, può essere, diceva spesso Scannone, «il papa del popolo» ma non di certo, al contrario di una vulgata semplicista, il
«papa populista».
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