28/04/2011
189. IL RITORNO DEI BATTESIMI DI ADULTI in “Témoignage chrétien”, Parigi (21 aprile 2011)
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La Chiesa cattolica francese è in crisi, la cosa è risaputa. Lo testimonia in maniera eclatante la diminuzione del numero di ordinazioni, di battesimi di bambini e di cresime, in particolare in questi ultimi dieci anni. In questo contesto di crollo, c'è però una cifra che tranquillamente aumenta: quella dei battesimi di adulti. Secondo uno studio pubblicato l'11 aprile dalla Conferenza episcopale e dal Servizio nazionale della Catechesi e del Catecumenato, la Chiesa cattolica riceverà 2952 adulti per il battesimo nel corso delle feste pasquali di quest'anno. Una cifra che può essere paragonata con i 2335 battesimi di adulti del 2002. Inoltre, il numero di coloro che “ricominciano” aumenta anch'esso: 1700 nel 2008 e 2000 nel 2010.


Queste cifre sembrano marginali rispetto al numero dei battesimi di bambini che è passato da 380000 dieci anni fa a circa 300000 quest'anno. O quello dei giovani cresimati (inferiori ai 18 anni), il cui numero – 40000 – evolve secondo una curva altrettanto tristemente discendente. Ma il cammino intrapreso da questi catecumeni adulti è particolare. Aderiscono alla Chiesa secondo un percorso volontario, che si svolge in media in due anni, e che sarebbe difficile paragonare al modo abituale di diventare cattolici (battesimo da piccoli e cresima a 16 anni).

Chi sono esattamente queste persone? Lo studio pubblicato dai vescovi riserva alcune sorprese.

Prima informazione: il 60% dei chiamati ha meno di 35 anni. Tra loro, la fascia d'età tra i 25 e i 29 anni comprende un quarto di coloro che riceveranno il battesimo quest'anno.

Seconda informazione: i due terzi sono donne, il che corrisponde alla tendenza generale dei praticanti cattolici in Francia.

Terza informazione: più della metà dei chiamati (il 56%) proviene da un «contesto familiare storicamente cristiano ed essenzialmente cattolico». Solo il 24% di questi adulti viene da un ambiente «senza religione».

Quarta informazione: più della metà dei chiamati (il 31%) è composta da impiegati, operai o tecnici. Solo il 12% sono quadri, il 4% insegnanti e l'11% studenti. In queste statistiche ci si avvicina quindi ad una ripartizione rappresentativa dei francesi in generale. Soprattutto ci si allontana dal cliché abituale dei praticanti cattolici regolari, dove i quadri e le persone anziane sono sempre sovrarappresentate.

Questi nuovi cattolici assomigliano sociologicamente e culturalmente a tutti quei born-again (nati-di-nuovo) che diventano membri delle Chiese evangelicali. Per Bernard Podvin, portavoce dei vescovi, questi nuovi entrati corrispondono ad «un clima di libertà nella Chiesa». «Sconvolgono un po' le abitudini», ad esempio nel campo dell'animazione delle messe o nel loro modo di porre domande sul contenuto della fede. Avendo lavorato con dei catecumeni nella sua vita da prete, Mons. Podvin insiste sulle sfide che questi chiamati pongono alla Chiesa.

«Gli adulti che vogliono essere ammessi nella Chiesa hanno, come tutti noi, dei bisogni spirituali: dei segni di comunità e di empatia. Vogliono trovare qui un modo per uscire dalla cultura della prestazione. Vogliono che la loro vita sia coerente con ciò in cui credono. Se vengono in Chiesa, è perché, detto in breve, hanno bisogno di una vera trascendenza».

Se si tiene conto di queste aspirazioni e degli sforzi di evangelizzazione attualmente forniti dalle diocesi, si può dire che la Chiesa cattolica va verso un cristianesimo di conversione, come per gli evangelicali?

Su questo, Mons. Podvin resta prudente: «È vero che gran parte dei cattolici vive sempre più un cristianesimo di convinzione. Noi scegliamo di accompagnare le persone. La nostra logica non è quella di fare una propagazione numerica».


© 2011 by Témoignage chrétien, Paris, 21 aprile 2011
Traduzione: www.finesettimana.org
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