Questo libro di Hans Küng Sette papi. Come io li ho vissuti faceva bella figura alla Buchmesse 2015 di Francoforte tra i grandi libri di richiamo della letteratura religiosa di lingua tedesca. Il libro è destinato ad integrare le Memorie del grande teologo svizzero, recentemente pubblicate anche in traduzione italiana in un solo volume presso Rizzoli. È già in corso di pubblicazione nella lingua originale tedesca l’Opera Omnia di Küng, che sarà edita dalla casa editrice cattolica Herder, che pubblica pure l’Opera Omnia di Ratzinger/Benedetto XVI; e di Kasper; come pure è iniziata la pubblicazione dell’Opera Omnia di Metz.
Con questo libro, come è espressamente annotato, si conclude la collaborazione con la grande casa editrice laica Piper di Monaco di Baviera. Con Sette papi Küng entra nella storia dei papi ma anche nella storia della chiesa cattolica e della teologia. A ciascuno dei sette papi (da Pio XII a papa Francesco) è dedicato un denso capitolo (senza integrazione di note). Si legge volentieri. Qui c’è tutta l’abilità dello scrittore e dell’intelligenza critica con cui considera i sette papi con cui ha vissuto.
Il primo è Pio XII/Eugenio Pacelli; è il papa dei suoi anni di studio alla Gregoriana di Roma. È «un papa che ha taciuto». Giovanni XXIII/Angelo Roncalli è stata una «elezione inattesa». Un bel capitolo, dove si presenta Giovanni XXIII come un grande riformatore della chiesa cattolica: «Un papa, che era cristiano». Paolo VI/Giovanni Battista Montini è trattato in un denso e differenziato capitolo, dove si percorre la guida del Concilio e del post-concilio. Un capitolo che sarà molto discusso, per gli appunti critici che Küng muove al papa bresciano, anche se riconosce che ha steso su di lui e sulla sua vicenda «una mano protettiva», che lo ha salvato come teologo cattolico nel suo caso, che avrebbe potuto portarlo forse anche alla scomunica. Giovanni Paolo I/Albino Luciani è il «papa-dei-33-giorni», che poteva essere nelle aspettative di Küng anche un papa delle riforme. Giovanni Paolo II/Karol Wojtyla, di cui si riconosce la grande capacità comunicativa e la sua opera svolta, ma al quale si muove anche una pesante critica: «Un pontificato della restaurazione», e ancora: «Repressione su tutta la linea». Un capitolo che sarà studiato attentamente da vaticanisti e storici. Benedetto XVI/Joseph Ratzinger è trattato in un capitolo differenziato, dove spicca con tutti i particolari l’amichevole visita di Küng e l’amichevole accoglienza di papa Ratzinger al suo collega di Tubinga, fino all’insolito evento di un «papa emeritus». Con l’ultimo papa Francesco/Jorge Mario Bergoglio si entra – è una domanda del teologo – in una «primavera vaticana?». Anche questo è un capitolo ben articolato nel suo svolgimento, dove si dimostra che Küng ha già avuto un plurimo contatto con il papa attuale. Si conclude con un epilogo, che ha come titolo: Quale papato ha futuro?, dove Hans Küng riprende la tesi già illustrata in La Chiesa di un papa pastore universale della cristianità, senza riferimento a poteri giurisdizionali (per l’intera discussione si può rimandare a La teologia del XX secolo).
Il libro farà discutere. Si legge con grande interesse e da esso risulta anche, nonostante le puntualizzazioni critiche che percorrono il testo, il grande amore per la Chiesa e per il Vangelo.
Hans Küng, Sieben Päpste. Wie ich sie erlebt habe, Piper Verlag, München 2015, pp. 384
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Forum teologico, a cura di Rosino Gibellini
Editrice Queriniana, Brescia (UE)