Proponiamo ai nostri lettori e alle nostre lettrici un simpatico episodio dalla biografia di Dietrich Bonhoeffer, alle prese con il lutto vissuto da un bambino per il proprio animale domestico. Come dice lo stesso Bonhoeffer, si tratta di una storia semplice che, «nonostante la sua semplicità, fa davvero riflettere».
L'episodio è raccontato integralmente nell'opera Bonhoeffer e i giovani di A. Root, edita per i tipi di Queriniana.
Forse l’episodio più significativo del ministero con i giovani di Bonhoeffer a Barcellona si verificò quando un bambino di dieci anni andò da lui per sbrigare una commissione e finì con una cura pastorale.
Il bambino era in lacrime perché il signor Lupo, il suo pastore tedesco, era morto e voleva sapere se il cane sarebbe andato in paradiso. Molti di noi che hanno lavorato con bambini e giovani si sono trovati di fronte alla stessa domanda sul destino di un amato animale domestico che è morto. Bonhoeffer racconta l’episodio e la sua risposta in una lettera a Walter Dress (il futuro marito di sua sorella Susanne). La lettera è piena di compassione, profondità teologica e sensibilità ministeriale. Questa storia, che è diventata nota solo nel 1999 – quando è stato scoperto un archivio nascosto di lettere che Bonhoeffer aveva scritto nel 1928 a Walter Dress, il fidanzato della sorella più giovane – rivela quanto fosse fuori dal comune il dono di Bonhoeffer nell’avere a che fare con i bambini e i giovani.
C’è molto da imparare da questa lettera. Eccone il testo:
«Oggi ho incontrato un caso... unico nella mia consulenza pastorale, che vorrei raccontarti brevemente e che, nonostante la sua semplicità, mi ha fatto davvero riflettere. Alle 11:00 del mattino hanno bussato alla mia porta e un bambino di dieci anni è entrato nella mia stanza con qualcosa che avevo richiesto ai suoi genitori. Ho notato che qualcosa non andava in quel ragazzo, che di solito è la personificazione dell’allegria. E presto venne fuori: scoppiò a piangere, completamente fuori di sé, e riuscii a sentire solo le parole:
- “Il signor Lupo è morto”, e poi piangeva e piangeva.
- “Ma chi è il signor Lupo?”.
Si è poi capito che si trattava di un giovane cane, un pastore tedesco che era malato da otto giorni e che era morto da appena mezz’ora. Allora il ragazzo, sconsolato, si è seduto sulle mie ginocchia e a stento è riuscito a ricomporsi; mi ha raccontato di come il cane fosse morto e di come ora tutto fosse perduto. Lui giocava solo con il cane, ogni mattina il cane si avvicinava al letto del bambino e lo svegliava, e ora il cane era morto. Cosa potevo dire? Così mi parlò per un po’ di tempo. Poi, improvvisamente, il suo pianto a dirotto divenne molto silenzioso e disse:
- “Ma io so che non è affatto morto”. 
- “Cosa vuoi dire?”
- “Il suo spirito è ora in cielo, dove è felice. Una volta in classe un ragazzo chiese alla professoressa di religione com’era il paradiso, e lei rispose che non c’era ancora stata. Ma dimmi ora: vedrò di nuovo il signor Lupo? Lui è sicuramente in paradiso”.
Così mi trovai lì e dovevo rispondere sì o no. Se avessi detto “No, non lo so”, avrebbe significato “no”. Dunque, c’era qualcuno che voleva scoprirlo, e questo è sempre un problema. Così ho preso rapidamente una decisione e gli ho detto:
- “Guarda, Dio ha creato gli esseri umani e anche gli animali, e sono sicuro che ama anche gli animali. E credo che con Dio accada che tutti coloro che si sono amati sulla terra – amati veramente – rimarranno insieme a Dio, perché amare fa parte di Dio. Come questo accada, però, non lo sappiamo”.
Avresti dovuto vedere il volto felice di questo ragazzo; aveva completamente smesso di piangere.
- “Allora rivedrò il signor Lupo quando sarò morto; allora potremo giocare di nuovo insieme” – in una parola, era estasiato.
Gli ho ripetuto un paio di volte che non sappiamo bene come questo accada. Lui, invece, lo sapeva, e lo sapeva in modo abbastanza chiaro nel pensiero.
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