Nell’ottobre del 1965, alla grande Buchmesse di Frankfurt, la novità più sensazionale dal punto di vista dell’editoria religiosa fu la comparsa sulla scena della rivista internazionale di teologia Concilium. Aveva iniziato a pubblicare qualche mese prima ed era frutto dell’amicizia e del confronto fra i teologi che si erano incontrati durante il concilio Vaticano II, nelle sale del Centro Pro Unione, in via dell’Anima, a Roma. Lo scopo del nuovo periodico era quello di continuare, a livello di scambio teologico, il dialogo che il concilio rendeva ora possibile tra chiesa e mondo contemporaneo.
Così si esprimevano Karl Rahner ed Edward Schillebeeckx nell’Editoriale programmatico del primo numero della rivista:
«La rivista vuol essere espressione della responsabilità che la teologia cattolica porta nei riguardi della vita reale della chiesa. Nell’ampiezza delle discipline rappresentate, nelle tematiche, nella collaborazione e nell’oggettività d’informazione, la rivista intende essere cattolica, moderna nel senso buono del termine e a servizio della pastorale» (K. Rahner – E. Schillebeeckx, Una nuova rivista internazionale di teologia. Perché e per chi?, in Concilium 1/1965, 15).
E spiegavano, in maniera più esplicita:
«Si sta delineando una teologia che può dire agli uomini che svolgono dell’attività pratica nella chiesa, per i loro propri compiti, più di quello che non si trovasse sui manuali scolastici dei passati decenni. È impossibile qui accennare, anche solo brevemente, ai tratti caratteristici di questa teologia che vive intenzionalmente della Scrittura e della storia della salvezza e che, al tempo stesso, ha il coraggio di affrontare con audacia e discrezione i problemi dell’attuale “condizione umana”, mentre cerca, partendo dalla nostra propria situazione, la via per una migliore comprensione della Parola di Dio sull’uomo e sul mondo del nostro tempo. Una simile visione teologica è necessaria per chiunque, nella fede, si presenti ad agire nella chiesa e nel mondo. A tali uomini di chiesa – non esclusi i laici con responsabilità ecclesiali – la nuova rivista vuole offrire in continuità, servendosi di una collaborazione internazionale, un aggiornamento sui nuovi problemi e sulle nuove questioni riguardanti tutte le discipline teologiche in tutte le parti del mondo. E questo con oggettività, con regolarità, con una scelta e con un rilievo accuratamente meditati di quanto è realmente importante per una simile cerchia di lettori. Una equilibrata informazione per gli uomini della pratica pastorale sull’intero panorama della teologia internazionale (includendo anche le questioni di confine tra le varie scienze) da parte di teologi specializzati scelti in campo internazionale (e per le questioni di confine, da parte di rappresentanti delle scienze profane): questo è lo scopo della nuova rivista, la quale vuole essere in tal modo “cattolica” sotto ogni aspetto» (ibid., 13s.).
Da subito risaltava insomma la peculiarità di Concilium: pubblicata in svariate lingue (per l’edizione italiana, la cura veniva affidata fin dall’inizio all’Editrice Queriniana), capace di spaziare in lungo e in largo fra le tematiche più diverse, la rivista nasceva ogni volta – e nasce tutt’ora – in modo nuovo dalla riunione annuale di scambio di opinioni che il comitato redazionale e il comitato di presidenza tengono in varie sedi (per questo 2014 l’incontro è fissato a Sarajevo, la capitale della Bosnia ed Erzegovina).
Molte cose sono cambiate in questi cinque decenni: innumerevoli teologi e specialisti delle diverse confessioni cristiane si sono succeduti nel Comitato di direzione; dal 2005 la sede della segreteria internazionale si è trasferita da Nimega (Olanda) a Madras (India), presso l’Asian Centre for Cross-Cultural Studies, confermando ulteriormente la vocazione internazionale e il respiro globale del periodico. Ma – per l’appunto – lo spirito di “apertura universale” di questa rivista “di frontiera” è rimasto lo stesso.
Ora, in occasione dei suoi primi cinquant’anni, l’edizione italiana di Concilium ha progettato alcune novità che interessano direttamente i lettori e i fruitori del web: si tratta di iniziative volte a valorizzare ancora di più il patrimonio di esperienze e di pubblicazioni accumulato dalla rivista in mezzo secolo di vita.
Prima di tutto, da qualche tempo è stato creato un sito di confronto per favorire la creazione di una community fra i lettori delle varie edizioni in lingua di Concilium a livello mondiale: la si può trovare su Facebook sotto il nome di Amici di Concilium. Il coordinamento di questo ulteriore spazio di confronto è opera di Norbert Reck, il redattore responsabile dell’edizione in lingua tedesca, cui va il plauso e il ringraziamento dell’Editrice Queriniana.
In secondo luogo è in preparazione un indice tematico dei vari articoli, che verrà prossimamente pubblicato on-line e messo così a disposizione del pubblico più vasto, aggiornandolo a scadenze periodiche.
Ma, soprattutto, è stata realizzata una versione digitale della rivista, in formato pdf. Dei diversi fascicoli (e articoli) è iniziata la vendita on-line, sullo shop della Libreria del Santo. Si tratta di una operazione importante che mette a disposizione del lettore italiano (e non solo) tutti i fascicoli integrali della rivista, a partire dall’anno 2001. In questo modo, si rende più accessibile un materiale che, per la vastità dei temi affrontati e per l’ampiezza del confronto internazionale da cui scaturisce, è sicuramente un unicum nel panorama delle riviste teologiche.
Tutto questo perché, come ebbero a scrivere in conclusione del loro storico editoriale Rahner e Schillebeeck, la rivista Concilium sia ancor oggi e sempre di più «un continuo incitamento alla necessità di un dialogo mai interrotto», al servizio della chiesa e del mondo.
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