04/09/2002
12. Abuso della fede: una crisi nella Chiesa di Donald Dietrich
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Anticipiamo la documentazione su un fatto di rilevanza ecclesiale, che sarà pubblicata sulla rivista internazionale di teologia Concilium 4/2002 (in uscita il 15 ottobre p.v.). la documentazione è di Donald Dietrich, docente di storia della Chiesa al Boston College (USA), e si segnala perché fornisce dati di prima mano. La rivista Concilium ritornerà sul tema in forma più ampia.


I.
Sabato 29 luglio 2001 Eileen McNamera ha scritto un articolo sul Boston Globe facendo notare che un giudice aveva sigillato i documenti in una causa civile intentata contro l'archidiocesi di Boston e John Geoghan, un ex sacerdote accusato di aver abusato di oltre 100 ragazzi. Chiudendo in questo modo i casi, affermava giustamente McNamera, i particolari sulla colpevolezza dell'archidiocesi forse non sarebbero mai emersi. Fino a quel momento nessun giornale del Massachusetts aveva contestato la misura adottata dal giudice sette mesi prima, di sigillare i documenti. Martin Baron, il nuovo direttore del Globe, pensò che il suo giornale dovesse farlo.
Il Globe e la comunità cattolica di Boston avevano avuto rapporti tesi sin dagli anni Settanta, quando il giornale nel trattare problematiche riguardanti la segregazione aveva dato la priorità all'abuso dei bambini, un problema che aveva un pesante impatto sugli ambienti vicini alla chiesa costituiti dai colletti blu – lavoratori – cattolici. Le accuse mosse ai cattolici hanno raggiunto il culmine nel 1992, in seguito al servizio pubblicato dal Globe su James Porter, un ex sacerdote accusato di aver abusato sessualmente di 28 bambini. Il cardinale Bernard Law parlò adirato di sensazionalismo e si lamentò minacciando: «Invocheremo la potenza di Dio sui media, in particolare sul Globe».
In risposta alla questione Geoghan, lo staff del Globe passò in rassegna i numeri di circa due decenni del Boston Catholic Directory, una pubblicazione annuale che elencava un migliaio circa di sacerdoti e i loro incarichi. Un numero insolito di sacerdoti era dichiarato “in malattia” o “in attesa di incarico” per un anno o due. Lo staff si chiedeva se “essere in malattia” in alcuni casi poteva essere un eufemismo per nascondere problemi di molestie sessuali. Geoghan sembrò rientrare nel quadro e così furono fissati i parametri fondamentali. Col gennaio del 2002 risultò chiaro che l'elenco sembrava essere un accurato segnalatore di sacerdoti con problemi.
Il 6 gennaio del 2002 un articolo di prima pagina del Globe usò i documenti interni della stessa archidiocesi per mostrare che il cardinale Law e altri erano al corrente degli abusi sessuali perpetrati in serie da Geoghan, e ciò nonostante continuavano a mettere questo sacerdote in contatto con ragazzi. Il team “Spotlight” del Globe fu invaso da un diluvio di quasi 2000 chiamate ed e-mail da parte di persone angosciate. Ben presto divenne chiaro che nel corso degli ultimi trent'anni oltre 90 sacerdoti erano stati coinvolti, si presumeva, in casi di molestie sessuali. Verso la fine di gennaio il Globe vinse la sua causa e riuscì a far aprire il fascicolo Geoghan. A questo punto furono disponibili quasi diecimila documenti. Quello che il giornale svelò produsse ondate traumatizzanti che arrivarono fino al Vaticano. A molti sembrò che sotto la caritas Christi (l'amore di Cristo) si nascondesse una istituzione corporativa fredda e ampiamente interessata a se stessa.

II.
Il fattore che ha scatenato la crisi attuale è stato il susseguirsi incessante di rivelazioni che informavano dettagliatamente sull'abuso sessuale di bambini da parte dei “padri”. Non si tratta di un problema concernente soltanto gli Stati Uniti. In Irlanda ad esempio (gennaio 2002) la chiesa acconsentì a pagare 110 milioni di dollari per risarcire quasi tremila bambini vittime di abusi sessuali.
L'archidiocesi di Boston perciò può essere considerata semplicemente la punta dell'iceberg, e il Globe insieme con i tribunali ha studiato le dimensioni dello scandalo nascosto sotto la superficie.
Un breve sommario dello scandalo che si è andato ingrossando durante gli ultimi cinque mesi è utile per cogliere alcune problematiche teologiche che ne derivano. Nel gennaio del 2002 il Globe ha appurato che Geoghan era stato trasferito da una parrocchia all'altra per trent'anni, anche se i suoi superiori, il cardinale Law e il cardinale Madeiros, sapevano con crescente certezza che era un molestatore sessuale incorreggibile e in serie. Ben presto emerse che lungo gli anni soltanto a Boston quasi 90 sacerdoti erano stati accusati e protetti. Successivamente venne alla luce che negli USA circa 2000 sacerdoti negli ultimi tre decenni erano stati accusati di molestie sessuali e quindi trasferiti da una parrocchia all'altra entro le rispettive archidiocesi.
Nel corso degli ultimi sei mesi, inclusa la conferenza dei vescovi che si tenne a Dallas a metà giugno, il cardinale Law e altri prelati chiesero scusa per aver trasferito questi sacerdoti che avevano svolto attività criminali. Alle voci sulle sue dimissioni il cardinale Law assicurò i fedeli della sua diocesi (24 gennaio 2002) che non si sarebbe dimesso. La sua decisione era stata avallata dal Vaticano e da altri cardinali statunitensi, che lo scorso aprile si erano incontrati con il papa. In generale, temevano che le dimissioni di Law portassero a un numero rilevante di dimissioni di altri vescovi. Assediato da contestatori ed esponenti dei media davanti alla sua residenza, e fuori della cattedrale della Santa Croce dove dice messa la domenica, il cardinale era diventato sempre più un “prigioniero” e si vide costretto a trasferirsi su aerei privati o a partire da aeroporti non di Boston quando intraprese i suoi viaggi in primavera.
Il 3 marzo il Globe stimò che il costo sostenuto dalla archidiocesi per sistemare tutte le cause che stavano scoppiando sarebbe stato di circa 100 milioni di dollari. Questo fatto indusse l'archidiocesi di Boston ad annunciare, il 17 giugno, che avrebbe risolto i casi per 30 milioni di dollari scegliendo di affrontarli col ricorso a cause processuali, nel qual caso la sanzione penale massima non poteva andare oltre i ventimila dollari per persona, piuttosto che tramite accordi privati. È diventato chiaro che l'abuso sessuale è stato parte della “vita della chiesa” in tutti gli stati Uniti per decenni. A marzo un vescovo della Florida aveva dato le dimissioni dal suo incarico. Quando era vescovo di Bridgeport, Connecticut, Edward Egan, attualmente cardinale di New York, aveva ammesso che circa cinque anni prima aveva incoraggiato un sacerdote a proseguire la sua attività e si era detto disposto a scrivere per lui una lettera di raccomandazione, pur sapendo che quel sacerdote aveva commesso abusi sessuali ed era reo confesso. Alla stampa Egan aveva detto anche che i sacerdoti diocesani erano “autonomi” e non cadevano sotto la responsabilità del vescovo.
Il 9 aprile a Boston fu reso pubblico il fascicolo di Paul Shanley, un “sacerdote di strada” e critico nei confronti della chiesa istituzionale. Il suo fascicolo di abusi era stato ignorato per circa trent'anni. Shanley era stato membro di un'associazione che sosteneva l'amore tra uomini e ragazzi come un orientamento sessuale accettabile. Alcuni anni prima Shanley era stato trasferito alla diocesi di San Bernardino, California, sulla base di una raccomandazione di Law. A un certo punto durante il suo incarico in California egli era ancora sul libro paga dell'archidiocesi di Boston e aveva aperto un “bed and breakfast” – alloggio e prima colazione – che consentiva libertà di abbigliamento e ospitava omosessuali. Con l'aggravarsi della crisi egli fuggì dalla nazione e si trasferì in Thailandia, ma ora è tornato ed è attualmente coinvolto in processi legali a Boston. Negli ultimi sei mesi la crisi ha avuto uno sviluppo per conto suo e ha mobilitato un laicato scontento.
Agli inizi di maggio l'appello annuale del cardinale, che nel 2001 aveva raccolto circa 16 milioni di dollari per i bisogni della diocesi, ebbe risultati scarsi poiché i cattolici iniziarono a votare contro il cardinale Law con il loro portafogli. Il 17 giugno un portavoce della diocesi annunciò che l'appello era fallito e che l'archidiocesi doveva ridurre il suo bilancio del 40 per cento. Infine, il 9 maggio del 2002 al cardinale Law fu ordinato di testimoniare sotto giuramento sulla sua supervisione dei sacerdoti. La deposizione durò tre giorni e il primo giorno della sua testimonianza è ora sulla rete (web). Successivamente, verso la fine di giugno, il procuratore generale del Massachusetts ha annunciato che avrebbe fissato una giuria per un processo istruttorio per prendere in considerazione la possibilità di un processo penale contro il cardinal Law.
Durante questo periodo i cattolici di Boston reagirono non soltanto alla “crisi dell'abuso sessuale” ma anche alle problematiche ecclesiali che sembravano essere sottese al problema delle molestie sessuali. Il 13 aprile un'indagine indicò che il 60 per centro dei cattolici intervistati pensavano che il cardinale Law dovesse rassegnare le dimissioni, poiché sembrava loro che mancasse di quella credibilità morale che era necessaria per mantenere la sua posizione di capo spirituale. Il 27 aprile il cardinale Law, che si trovava a Roma, diede istruzioni al suo principale collaboratore di ordinare ai sacerdoti dell'archidiocesi di non collaborare con una coalizione che si andava formando di capi delle parrocchie. Ai sacerdoti si doveva dire che un'associazione di consigli parrocchiali era “superflua a potenzialmente lacerante”. Mary Jo Bane, professoressa della Kennedy School of Government di Harvard, Cambridge, Massachusetts (USA) e membro di un gruppo promotore dell'idea di inviare rappresentanti di ognuno dei consigli laici parrocchiali della città a un consiglio centrale di tutte le parrocchie con potere deliberativo, reagì alla risposta di Law dicendo che era “sorprendentemente stupida”, poiché né l'idea né le persone coinvolte erano radicali. Mary Jo Bane ricordò ai cattolici e ad altri che le organizzazioni laiche non possono in effetti costringere i capi della chiesa a dare loro potere. Ma se tali organizzazioni vengono ignorate, ella disse, ne seguirà una “strategia dell'uscita”. Le guide del consiglio parrocchiale a Boston reagivano semplicemente ai resoconti che si andavano moltiplicando sulle violenze carnali e la depravazione sessuale che sembravano emergere in tutta la nazione. Era ancor più sconcertante il fatto che il cardinale e alcuni dei suoi vescovi ausiliari del passato, molti a quel tempo promossi alle rispettive diocesi, avevano coperto lo scandalo che quindi aveva permesso ai sacerdoti di fare nuove vittime. A questo punto si direbbe che i nuovi ribelli nella chiesa si possono trovare tra i banchi di chiesa.
Il gruppo laico più importante che è emerso è la “Voce dei fedeli” (Voice of the Faithful – VOTF). In origine il gruppo si incontrava ogni sabato sera nella chiesa di san Giovanni Evangelista in Wellesley, Massachusetts (USA), un sobborgo abitato dal ceto medio superiore a circa cinque miglia dalla residenza del cardinale. Il VOFT conta ora diecimila membri e-mail e ha ricevuto informazioni da circa 40 stati, dove i cattolici vogliono far sentire la propria voce in maniera organizzata, e ha risposto a tutta una serie di interrogativi di cattolici interessati al di fuori degli Stati Uniti. Il locale VOFT è ora troppo vasto e si è frammentato in cellule che s'incontrano nei self-service delle scuole parrocchiali e negli scantinati delle chiese. I membri hanno fatto notare che stanno soffrendo una crisi di fiducia come conseguenza di questo scandalo e ritengono che questa tragedia sia l'occasione per una riforma. Nei loro incontri i membri pregano per le vittime e i vescovi, il che sembra far pensare che non si tratta di un gruppo radicale.
I membri del VOTF erano traumatizzati dal quadro dei crimini emersi e ancor più dall'atteggiamento dei vescovi. I documenti giudiziari confermavano ai loro occhi la peggior caricatura di una gerarchia incosciente nel selezionare il proprio clero e decisa a proteggerlo ad ogni costo, e sorda invece all'agonia delle vittime degli abusi. Pur ammettendo che il quadro abbozzato dei sacerdoti colpevoli di abusi sessuali è stato tratto dallo scenario più corrotto, per questi laici, uomini e donne, esso ha suscitato interrogativi fondamentali sull'autorità, che riflettono una profonda insoddisfazione di fronte all'attuale struttura della chiesa, oltre che per la posizione della stessa chiesa su questioni di identità sessuale. Il documento programmatico del VOTF sul web ha abbozzato un progetto ambizioso. Il documento dipinge con ottimismo il futuro della chiesa in cui laici eletti godano di autorità sufficiente per controbilanciare quella del clero, anche se il capo del gruppo, James Muller, un cardiologo stimato, non sembra sostenere personalmente questa linea come strategia globale. Il documento vuole proporre un “programma in via di attuazione”, ma si dice in favore di elezioni popolari di organismi diocesani, oltre che di una struttura più trasparente quando si tratta del governo e della finanza della chiesa. Chiaramente il VOTF ha catalizzato quei cattolici che erano disposti ad attendere ancora alcuni decenni per vedere la riforma del Vaticano II penetrare nella corrente principale della chiesa, e che ora però si rendono conto che è maturato il tempo per iniziative più aggressive. Anche teologi e accademici ufficiali hanno risposto.
Agli inizi di giugno nel suo incontro annuale la Catholic Theological Society of America ha discusso un documento di presa di posizione inteso a impegnare i teologi nell'analisi delle questioni ecclesiologiche e morali suscitate dalla crisi. Alcuni teologi (Lisa Cahill, Stephen Pope e Thomas Groome) del dipartimento di teologia del Boston College di Chestnut Hill, Massachusetts (USA), sono stati citati sistematicamente in giornali locali e nazionali nel loro tentativo di spiegare come queste tristi vicende siano potute accadere e che cosa si doveva fare per affrontarle adeguatamente. In maggio il presidente del Boston College, William Leahy, ha annunciato che lo stesso Boston College avrebbe sostenuto un programma intitolato “La chiesa nel XXI secolo”. L'obiettivo di questo programma biennale è di fornire un luogo di dialogo tra il laicato, il clero e la gerarchia. Corsi, letture e conferenze nella sede universitaria e in tutti gli Stati Uniti tramite i suoi 40 club di ex studenti consentiranno al Boston College di sponsorizzare attività accademiche e altre iniziative. Leahy spera che questa iniziativa offra ai cattolici l'opportunità di analizzare i valori centrali della chiesa e aiuti a riparare il danno arrecato alla vita parrocchiale. Ma queste iniziative potranno anche non funzionare. I teologi liberali hanno la sensazione che i cattolici abbiano a che fare oggigiorno con un papa sulla difensiva, il quale di recente si è rivolto ai membri di una delegazione dalle Indie Occidentali, ad esempio, mettendoli in guardia contro un laicato che starebbe diventando “troppo clericale e politicizzato”, o che usurperebbe il ruolo liturgico del sacerdote oppure lo sostituirebbe in “compiti di governo pastorale”. Ora i vescovi sono intrappolati tra le proteste dei cattolici, molti dei quali sono fedeli “stile self-service”, e la riluttanza di Roma a confrontarsi con idee che potrebbero minare la sua struttura attuale. I vescovi hanno risposto con una politica di riforme amministrative, ma in realtà non hanno cercato di analizzare le problematiche teologiche.
I vescovi della nazione si sono incontrati a Dallas, Texas (USA), a metà giugno e dopo un dibattito sia privato che pubblico hanno proposto una loro politica, la “Carta per la protezione dei bambini e dei giovani”, che è passata con 239 sì e 13 no. Queste scelte eliminano dall'attività ministeriale ogni sacerdote che abbia mai abusato di un minore. È stato lasciato alla discrezione del vescovo se chi ha commesso abusi sessuali possa ancora essere sacerdote e dire messa in privato. In ogni caso, anche se costui resta sacerdote, non potrà mai portare abiti che lo identifichino come tale. I difensori delle vittime dissentirono da questa politica “indulgente”. I vescovi si dissero d'accordo nell'impegno a riferire tutte le accuse di abuso sessuale alle autorità pubbliche. La “Carta” non richiede iniziative contro i vescovi. Il governatore Frank Keating dell’Oklahoma è stato nominato capo del gruppo destinato a studiare le iniziative della chiesa per far fronte a questi abusi sessuali. Keating sostenne che avrebbe invitato a dare le dimissioni quei vescovi che non avessero protetto i bambini. Tutte le diocesi degli Stati Uniti dovevano controllare i precedenti di tutto il personale che ha avuto contatti con giovani. D'ora innanzi le diocesi avrebbero vietato la stesura di accordi legali confidenziali, che prevedessero la riservatezza di informazioni, a meno che lo volessero le vittime per motivi seri. Organismi diocesani locali di controllo, dominati dai laici, dovranno valutare tutti gli obblighi legali. La “Carta” ha creato anche un ufficio nazionale per aiutare le diocesi a porre in atto un programma inteso a salvaguardare il contesto e a produrre un resoconto pubblico annuale su come le nuove scelte strategiche sono messe in atto. L'attività di questo ufficio sarà controllata dal gruppo di lavoro di Keating. L'opposizione a queste scelte strategiche sembrò venire da coloro i quali sentivano che tale iniziativa violava l'insegnamento della chiesa sul perdono, ma chiaramente la maggioranza avvertiva che su questi argomenti non si poteva transigere. Il Vaticano deve ora approvare questa politica il che, pensano alcuni, potrebbe richiedere un anno di tempo.

III.
Questa crisi ha messo in luce alcune problematiche teologiche ed esse sono state analizzate da teologi come Lisa Cahill, Thomas Groome, Richard McBrien, R. Scott Appleby e, più ampiamente, lungo le tre tematiche sviluppate nel documento della Catholic Theological Society of America (CTSA): “La crisi nella chiesa: una proposta della CTSA di riflessione e riforma”. Primo, i teologi interessati all'ecclesiologia dovranno rivisitare tre tematiche: che cosa significa una comunione ecclesiale autentica; come la chiesa dev'essere strutturata nel mondo moderno; e come una visione democratica può essere introdotta in una chiesa che pare essere controllata in forma non aperta da una gerarchia che sembra più interessata all'istituzione che al “popolo di Dio”. Certamente, l'impulso a una struttura più partecipativa dovrà essere esaminato per quanto riguarda i consigli diocesani e parrocchiali. I fedeli, sia chierici che laici, dovranno esaminare le iniziative che sono emerse in risposta a questa “crisi” e raccomandare un “modello” di ecclesiologia che sia utile alla chiesa agli inizi del terzo millennio.
In secondo luogo, coloro che sono interessati alla vocazione e funzione del sacerdozio dovranno cercare di precisare che cosa vuol dire essere sacerdoti nel XXI secolo. Prima di diventare obbligatorio nel 1139, ad esempio, il celibato ha avuto una lunga storia e dovrebbe essere riesaminato alla luce delle attuali necessità della chiesa. Molti sacerdoti sperano che giunga il giorno in cui emergerà un sacerdozio cattolico di uomini e donne, sposati e celibi, e tale da rendere manifesto il fatto che il celibato ascetico e l'intimità umana possono essere visti come percorsi spirituali paralleli. La crisi ha suggerito altresì che problematiche di identità e di formazione sessuale devono essere studiate tenendo ben presente la cultura fluida in cui viviamo oggi. Tale analisi avrà i suoi effetti sulla formazione ed educazione di sacerdoti oltre che del laicato e dovrebbe essere basata in parte sul fatto che la sessualità è una componente normale della condizione umana. Anche l'integrazione del sacerdozio con altri ministeri ecclesiali dovrà rientrare in programmi di questo genere.
In terzo luogo, la sessualità dovrà essere intesa come dono di Dio e come un dono che dev'essere usato adeguatamente. Il documento della CTSA ha suggerito un elenco topico (p. 7) di ciò che potrebbe rientrare in questa categoria e ha bisogno di analisi: «Il significato morale, psicologico e spirituale della sessualità umana e del comportamento sessuale come parte integrante della vita umana; la vocazione al matrimonio, al celibato e alla vita singola; il valore del celibato dal punto di vista religioso; i dinamismi e la moralità nell'orientamento sessuale e i rapporti sessuali basati sui diversi orientamenti sessuali; le cause della condotta sessuale perversa e dell'immoralità e le risposte appropriate».
Questa crisi ha fatto capire chiaramente che l'attuale ecclesiologia dominante nella chiesa è diventata un'ecclesiologia sostenitrice del potere e dell'autorità del Vaticano ed è insensibile alle necessità dei fedeli. Le problematiche teologiche perenni che sono riaffiorate sfideranno il clero e il laicato ad operare con vigore nell'impegno di ri-creare una chiesa in grado di affrontare positivamente le problematiche destinate a emergere nel XXI secolo.

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Editrice Queriniana, Brescia
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