Quasi 500 teologi, provenienti da un’ottantina di nazioni, s’incontreranno dal 26 al 29 luglio prossimi a Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina, per discutere di come reagire a un ambiente globale geopolitico mutevole, e di come affrontare questioni controverse quali i cambiamenti climatici e le migrazioni. La conferenza s’intitola «A Critical Time for Bridge-Building: Catholic Theological Ethics Today» (Un momento critico per costruire ponti: l’etica teologica cattolica oggi).
Saranno presenti alcune tra le voci più influenti del settore, tra cui Paul Schotsmans (KU, Leuven/Belgio), Linda Hogan (Trinity College, Dublino/Irlanda) e Charles Curran (Southern Methodist University, Dallas/USA). Tra i partecipanti anche tre cardinali: Vinko Puljic (Sarajevo); Blase Cupich (Chicago); e Peter Turkson, a capo del Dicastero vaticano per la Promozione dello Sviluppo umano integrale.
La particolarità dell’evento è che si tratta del primo incontro organizzato non solo per un confronto e una riflessione tra accademici, ma con lo scopo di provocare un’azione sociale. «Questa conferenza è molto diversa», ha dichiarato p. James Keenan, co-direttore del gruppo “Catholic Theological Ethics in the World Church” (una rete di studiosi nata nel 2006 a Padova, che ora conta un migliaio di membri) e direttore del Jesuit Institute presso il Boston College. «Questa conferenza riguarda l’azione, per rispondere alle domande: “Cosa sto facendo? Cosa stiamo facendo? Come possiamo farlo?”. Non si tratta di riferire i risultati delle nostre ricerche; si tratta di agire».
Sigrid Müller, decano della Facoltà di teologia cattolica all’Università di Vienna, ha affermato che l’evento sta acquistando un’importanza particolare proprio mentre i leader populisti in diversi paesi «discutono di costruire muri e recinzioni per proteggere gli interessi nazionali. In questo clima politico, è molto importante che i moralisti, che si preoccupano dell’umanità su scala internazionale, si riuniscano. Come esperti di etica, credo che dobbiamo avanzare la richiesta di nuove modalità responsabili per trovare delle soluzioni a livello globale, perché questi problemi non possono restare confinati a un singolo stato. Essi hanno infatti origini internazionali».
La conferenza di Sarajevo, della durata complessiva di quattro giorni, è suddivisa in tre parti:
- Comprendere le origini della rete globale
- Delineare le sfide che la società deve affrontare oggi
- Definire l’“esortazione ad andare avanti” dei moralisti
Gli studiosi invitati a tenere le relazioni provengono da un ampio spettro di contesti nazionali e da storie professionali differenti. Anche la città prescelta per l’incontro, Sarajevo, vanta una storia di cooperazione interreligiosa, avendo una popolazione a maggioranza islamica ma anche delle importanti comunità ortodossa e cattolica. Inoltre, la città è stata vittima, dal 1992 al 1995, di un brutale assedio durante la guerra dei Balcani, e anche questo aggiunge significato alla scelta del luogo.
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