«Credere non è un salto nel vuoto (un’immagine che viene spesso usata), bensì "aderire a un bene che si sta sperimentando": per questo la fede è più un risveglio che un salto. Si crede per amare. E come avviene nelle dinamiche dell’amore, così anche nella fede si sperimenta la debolezza, l’oscurità, l’assenza e si è spinti ogni giorno a ricominciare di nuovo a credere, umilmente, senza alcuna volontà di potenza o pretesa di possesso: in spem contra spem, credendo che "Dio è comunque Amore" (S. Kierkegaard), qualsiasi cosa ci accada. Verso questo tipo di fede critica, verso la maturità del credere, questo libro è una guida sicura e intelligente».
L. Dal Lago, in
CredereOggi 184/4 (2011) 124s.